di Bruno Valentini
Entro il 2014 la comunità senese auspica che Banca MPS esca definitivamente dai sette anni peggiori della propria storia secolare, mantenendo la propria direzione generale a Siena e soprattutto tornando a garantire agli italiani la gestione oculata dei loro risparmi, buoni servizi finanziari e credito adeguato per supportare investimenti grandi e piccoli. Le istituzioni senesi avevano già dato un segnale chiaro di cambiamento in estate con il via libera all’abolizione del limite del 4% e assumendo decisioni importanti a favore della ricapitalizzazione della banca (anche se questo ridurrà ai minimi termini la partecipazione azionaria della Fondazione).
Siena ha subito le terribili conseguenze degli errori commessi dalla passata classe dirigente; oggi siamo convinti che la politica debba vigilare ma non interferire. Nessuno vuole ostacolare l’ingresso di nuovi capitali, anche stranieri, purché stabili ed affidabili. A differenza del passato saranno gli amministratori della Banca e della Fondazione ad attuare le proprie scelte gestionali, e saranno loro a risponderne ad azionisti, mercati e dipendenti. Le polemiche delle ultime ore non servono a nessuno, se non a chi è ansioso di salvaguardare la propria immagine, rischiando di mettere in secondo piano la grande responsabilità dell’ente che gli è affidato.
Servono più sobrietà e più serietà. M.P.S. mai più sarà definita la banca rossa, bensì una banca normale dove ci si guadagna il pane fornendo servizi efficienti ai clienti, una banca libera da condizionamenti politici. Ci voleva coraggio a prendersi in carico la pesante eredità lasciata dalla sciagurata gestione passata e ne va reso merito a chi lo ha fatto, però nessuno pensi di giocare partite personali, finalizzate al proprio singolo successo. I nuovi azionisti si convinceranno meglio ad investire in azioni MPS se i dipendenti saranno adeguatamente motivati e valorizzati e pertanto invito il management a girare per le tante filiali della banca, rilanciando entusiasmo e fiducia.
La priorità, in questo momento, è che i due enti vadano d’accordo. Il Governo non va rimproverato per avere rispettato oggi l’autonomia della Fondazione, andrebbe rimproverato perché anni fa non doveva permettere all’ente di indebitarsi per seguire la Banca nel suo acquisto incauto di Antonveneta. Io ringrazio il Ministro Saccomanni per l’attenzione e il ruolo di oculata vigilanza svolta, che ha consentito e consente di non drammatizzare questa vicenda evocando il rischio di licenziamenti di massa, di nazionalizzazioni o di crisi sistemiche del mondo del credito.
I contribuenti italiani possono stare sicuri che non rimetteranno un euro col prestito concesso dal Governo a MPS, che rende all’erario come pochi altri investimenti pubblici penalizzando fin troppo la redditività della Banca. Recuperiamo tutti toni meno allarmistici e contrastiamo la prolungata speculazione di Borsa che deprime la quotazione delle azioni MPS molto al di sotto del valore realistico. Adesso la Fondazione deve concentrarsi nelle azioni di risanamento, che riguardano oltre alla vicenda MPS anche altre partite certo minori ma comunque importanti, nelle società controllate e partecipate, per avvicinarsi all’aumento di capitale della banca senza condizionarlo o senza esserne più influenzata.
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