Sentiamo spesso parlare di Italiani in pensione che trasferiscono la propria residenza all’estero per usufruire di una tassazione agevolata rispetto al regime fiscale di appartenenza. Non deve sorprendere che tale esigenza venga avvertita anche dai pensionati di Paesi esteri, che si guardano intorno per conciliare la lunga vita con bellezza e qualità, avendone oggi la possibilità grazie a quanto stabilito dall’art. 1, comma 173, della Legge di Bilancio 2019.
Infatti, è previsto che le persone fisiche, titolari di redditi da pensione erogati da soggetti esteri, nel momento in cui portano la propria residenza in uno dei Comuni con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, facenti parte delle Regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo e Molise, possono optare per l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 7%, su una durata di 10 anni.
Nella ratio del legislatore c’è l’intento di favorire consumi e investimenti nel Mezzogiorno, tanto è vero che l’opzione è valida anche se si trasferisce la residenza in uno dei Comuni appartenenti alle Aree interessate dal Sisma del Centro Italia avvenuto nel 2016, con popolazione non superiore a 3.000 abitanti. Comuni da ripopolare e rinvigorire.
Quindi, in sostanza, sia il cittadino straniero che il cittadino italiano, con residenza fiscale all’estero per 5 anni almeno, possono accedere a un regime forfetario vantaggioso e rivedere il luogo nel quale trascorrere gli anni del pensionamento, recuperando un buon margine di risparmio dal reddito.
I Paesi che rientrano in tale sistema agevolato sono sia quelli europei che quelli con cui l’Italia ha siglato una Convenzione che esclude le doppie imposizioni.
Il beneficio fiscale che riguarda i redditi da pensione erogati da soggetti esteri (di cui all’articolo 49, comma 2, lettera a) ha coinvolto così un cittadino pensionato finlandese che ha chiesto all’Agenzia delle Entrate di poterne beneficiare, essendo titolare di una previdenza complementare erogata da soggetto estero. In Finlandia è abitudine dei datori di lavoro stipulare polizze integrative pensionistiche a favore dei lavoratori, da utilizzare al raggiungimento del requisito anagrafico obbligatorio; una sorta di Welfare aziendale complementare alle pensioni nazionali che hanno chiara finalità previdenziale.
È proprio tale requisito, la natura previdenziale della prestazione, che ha fatto propendere per il parere positivo dell’Agenzia delle entrate alla richiesta del pensionato finlandese.
Si aprono allora nuove prospettive. Magari anche coloro che si sono trasferiti all’estero domani, trascorsi 5 anni, potrebbero pensare di rientrare nel Paese di origine, e vivere da pensionati in Italia, purché sussistano i requisiti richiesti. Così come potrebbe generarsi un afflusso in Italia di nuovi pensionati esteri.
Anche se adesso confiniamo sempre tutto a restrizioni ancora esistenti, in realtà, il mondo continua ad evolversi e il nostro Paese sarà sempre attrattivo per la storia e la bellezza che lo contraddistinguono, una meta che richiama. Le Regioni elencate hanno Comuni unici, in grado di offrire nuovi spazi, e perché no, una nuova meravigliosa vita alla quale tendere.
Maria Luisa Visione