Quali lavori si affacciano all’orizzonte nel prossimo decennio?
In quanti cambieranno tipologia di occupazione in risposta all’evoluzione tecnologica in atto e a un contesto valoriale che si riposiziona su dinamiche sociali e ambientali completamente diverse?
Le domande sollevano una riflessione più profonda verso quelle competenze che potranno restare insostituibili e non replicabili. Mi riferisco alla creatività, alla progettualità, alla capacità di sviluppare un’intelligenza sociale, ovvero relazioni, insieme all’attitudine nel gestire l’inatteso e la complessità con i potenziali rischi che ne derivano, in molti settori. Pensiamo ai settori della salute e del denaro, due driver determinanti per la serenità e per la realizzazione di progetti di vita personali e familiari.
Indipendentemente dalla mansione svolta saranno l’aggiornamento professionale delle competenze, la disponibilità all’apprendimento, i percorsi di formazione a fare la vera differenza, insieme all’elasticità di saper riconfigurare il proprio ruolo, all’interno di un’azienda o in altre attività professionali, private e pubbliche.
Gli scenari che si aprono oggi guardano soprattutto alle professioni legate alle tecnologie digitali. L’ingegnere diventa robotico, del machine learning, dei dati. Ci saranno il Manager di Avatar, il Sustainability Manager e il Cyber Security Specialist; professioni legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, al tema della sostenibilità e alla sicurezza informatica.
Secondo gli esperti del World Economic Forum, per interpretare il nuovo futuro vanno tenuti presenti quattro megatrend: lo smart working, una modalità ormai acquisita da molti; la crisi climatica, che genererà professioni green; la gig-economy, ovvero il lavoro a chiamata occasionale temporaneo, e l’automazione basata sulle intelligenze artificiali.
Tra i futuri nuovi lavori, però, ce n’è uno che mi ha particolarmente colpito: Gestore rapporti uomo-macchina (Human-Machine Teaming Manager).
Tale figura si occupa di “sviluppare un sistema di interazione attraverso il quale gli esseri umani e le macchine possano comunicare reciprocamente e ideare sistemi di pianificazione delle attività per collaborare” (Fonte: Report Cognizant).
Immaginiamo un ambiente di lavoro in cui collaborano intelligenza artificiale e uomo, con ruoli e compiti definiti, creando team efficaci. È chiaro che le Università e i Master, in questo nuovo mondo, si riposizionano per mettere in sinergia conoscenza, relazioni e sistema, anticipando trasformazioni e mutamenti.
Nella mia esperienza ad oggi e nel lavoro di consulenza patrimoniale e di formazione che svolgo, la relazione umana, la capacità di ascolto, l’attenzione e le competenze tecniche profonde, rimangono insostituibili. La tecnologia è uno strumento per migliorare gli output della formazione e della consulenza. Ma è l’input, il vero valore: aver interpretato il mondo del cliente, le sue esigenze anche latenti, i suoi sogni. È l’immaginazione che rimane insostituibile, insieme a una cornice valoriale condivisa.
Continuo a pensare che sarà così anche domani e per sempre. Ma chissà che non mi ritrovi a conversare con un robot.
Maria Luisa Visione