È davvero l’effetto sistemico positivo il vero risultato delle soluzioni trovate al sistema bancario italiano?
L’effetto sistemico temuto che fa tremare anche l’Europa e fa trovare gli strumenti. Alternativi rispetto al bail-in e precursori di una revisione legislativa, necessaria a mio avviso, perché il bene vero, quello perduto per strada e da ritrovare, è la fiducia.
Dall’aumento di capitale di Unicredit alla riforma delle banche popolari; dalla fusione delle due banche milanesi, alle banche venete; dalle GACS (strumenti di garanzia pubblica per la gestione delle sofferenze) alla ricapitalizzazione precauzionale della banca senese, gli strumenti trovati sono diversi e cercano di adattarsi a realtà diverse. Quando non è il mercato a supportare, intervengono le risorse pubbliche.
Tuttavia, anche se il bene da difendere è comune, non sempre le soluzioni trovate, incontrano l’accordo di tutti.
Perché i numeri da cambiare sono sempre difficili da accettare, se riguardano le persone. E qualcuno guadagna, necessariamente, se qualcun altro ha perso.
Nel progetto di integrazione di Banca Intesa e le due banche venete si prospettano 3900 esuberi e 600 filiali da chiudere entro il 30 giugno 2019. Per la banca più antica del mondo la cifra non è ufficiale, ma si aggira tra 5000 e 6000 esuberi e 400 filiali da dismettere.
A Siena, in molti ci chiediamo quale banca nuova nascerà, dopo che il processo di ricapitalizzazione precauzionale e di burder sharing sarà concluso. Sarà una banca completamente risanata, di dimensioni ridotte, partecipata, inizialmente, per il 70% dallo Stato, che però non dovrà e non potrà mettersi in concorrenza sleale con gli altri competitors. Avrà l’obiettivo di ritornare alla redditività in tempi brevi e ritrovare l’orgoglio di aver scritto la storia del sistema bancario italiano, continuando a scriverla oggi con la prima vera applicazione di burder sharing, al posto del bail-in in Europa. Passaggio normativo possibile perché è sempre rimasta solvente.
Il nodo della vendita degli NPL è stato sciolto e risolto con l’intervento di Atlante 2. Se prima si poteva ottenere il 27%, adesso si otterrà il 20-21%. Ma sulle sofferenze Padoan è fiducioso: cammineranno con la ripresa dell’economia e, grazie ai minori tempi di recupero, lo Stato ci potrà anche guadagnare.
Prima dell’adozione della Comunicazione della Commissione Europea del 2013 in materia di aiuti di Stato alle banche, molti paesi europei hanno usufruito delle risorse pubbliche nazionali. Ricordo che la legislazione comunitaria in materia imponeva meno vincoli su questi interventi e venivano considerati ordinari.
Inoltre, la linea generale sugli esuberi è quella di non procedere con licenziamenti, la direzione generale rimane a Siena e anche il nome non cambierà, se si ha la forza di difendere un’identità secolare, in controtendenza con le leggi di marketing.
Per il futuro non escludo ipotesi di integrazione, come accade e avverrà in tutto il panorama bancario.
Nell’attesa dei due decreti per confermare quanto deciso a dicembre per la banca senese (dopo l’approvazione di Bruxelles) e della liquidazione ordinata delle banche venete, se ci sarà un effetto sistemico positivo, lo vedremo.
Maria Luisa Visione