E’ un lungo applauso a scena aperta a chiudere lo spettacolo offerto al pubblico nella domenica che anticipa il Natale: Noa e il suo “Incanto di pace” dominano la scena di Siena in una serata che ha visto quasi mille persone in Duomo ad ascoltare la cantante quasi trattenendo il respiro, per paura di perdersi un attimo di quella poesia che è stata davvero luce. Tutti in piedi ad applaudire, nel finale, l’artista israeliana dalla vita tumultuosa che quella vita ha saputo portarla nelle sue canzoni. Forse è per questo che l’incanto di Noa si trasmette, siamo attratti dal ritmo e dalle parole che parlano di migranti forse perché alle fine – come ha detto durante la serata e in un messaggio di ottimismo assoluto – “siamo tutti figli di migranti”. Quello di Noa è un inno alla vita e all’amore, una voce che vibra in mezzo all’arte del Duomo di Siena e che accompagna il flusso delle anime dei presenti come onde del mare. Da Israele agli Stati Uniti, da Napoli allo Yemen (fino alla Germania di Bach), un susseguirsi voluttuoso e potente di ritmi diversi nei quali la sperimentazione esercita il potere dell’unione tra terre e culture diverse, proprio come il mare che unisce, facendoci scoprire quanto siamo tutti uguali e quanto lo siamo davanti a Dio.
Una breve introduzione del cardinale Lojudice che ha parafrasato Isaia nel suo ““spezzare le spade per farne aratri, le lance per farne falci” poi il saluto del rettore dell’Opa Minnucci, che ha sintetizzato in poche parole anni di crisi politica internazionale contemporanea e poi lei, l’incanto di Noa a illuminare questi giorni prima del Natale come le candele che ha acceso per l’Hannukkah, la festa della luce ebrea: “E’ un’emozione accenderla qui con voi, nella casa di Dio. Dio è uno uguale per tutti”, ha detto.
E la serata è stata un grande regalo di Natale a Siena da parte dell’Opera Metropolitana del Duomo e di Opera Laboratori.