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Pietro e la Francigena per i disabili

Pietro Scidurlo è un uomo dalle braccia forti, abituate alla fatica. Grazie a quelle e alla sua hand-bike si può cimentare in lunghi percorsi di viaggio. Martedì 5 aprile ha fatto tappa a Siena con l’associazione che ha fondato “Free Wheels onlus”, impegnata a promuovere percorsi di mobilità per persone disabili. Partito da Somma Lombardo (VA) lo scorso 28 marzo e diretto a Roma, è stato accolto a Palazzo Pubblico dall’onorevole Susanna Cenni, dal sindaco Bruno Valentini, dal vicesindaco Fulvio Mancuso e dagli assessori al Sociale e al Turismo, Anna Ferretti e Sonia Pallai. Insieme a Scidurlo, sono arrivati anche gli altri componenti del team: suo padre Bartolomeo, Pino Baldissera, Giancarlo Cotta Ramusino e Roberto D’amato.

Il viaggio che ha intrapreso Pietro è di oltre 830 km. Solo il tratto toscano della Via Francigena è di circa 370 km e ha previsto passaggi ad Avenza, Lucca, Gambassi Terme, Siena e ancora giù, fino a S. Quirico d’Orcia e Radicofani, prima di entrare nel Lazio.

Forte dell’esperienza già condotta con la guida “Santiago per tutti”, studiata per rendere accessibile il cammino di Santiago di Compostela, Scidurlo è impegnato nell’analisi della via Francigena per suggerire risposte e soluzioni alle barriere e alle difficoltà fisiche poste dai suoi percorsi. Lo scopo è quello di renderli aperti e accessibili a tutti coloro che hanno esigenze speciali come i disabili motori, sensoriali o cognitivi, oppure che sono sottoposti a dialisi o soffrono di malattie come la celiachia o il diabete.

All’arrivo in Piazza Scidurlo ha indicato i difetti dal percorso da controllare: «I problemi che abbiamo segnalato via Gps sono tanti. Le salite sono molto ripide, non tutti possono affrontarle. Ognuno deve mettere il proprio pezzo di puzzle a posto».

Pietro Scidurlo e l’on. Susanna Cenni

«Vorrei una Francigena più attenta, consapevole e critica – ha detto poi il fondatore di “Free Wheels Onlus” – che possa essere vissuta da tutti, indipendentemente da come si muovono. Come già succede in Spagna, mi piacerebbe che anche in Italia si facilitasse l’accoglienza e la fruizione lungo quegli itinerari culturali che svelano i tratti più autentici del Belpaese».

«Ho conosciuto Pietro poche settimane fa a Roma, alla Camera – ha ricordato l’onorevole Susanna Cenni – durante l’incontro con l’intergruppo sulla Via Francigena. La sua determinazione ha indotto me e tutti noi ad attivarci immediatamente per dare una mano a supporto delle tappe che aveva scelto di percorrere, tra le quali Monteriggioni e Siena. Pietro è un uomo coraggioso e appassionato, che ha intrapreso il cammino sulla Francigena con la sua hand-bike sfidando l’accessibilità e la percorribilità di questa rotta. Una sfida che abbiamo seguito via Whatsapp, condividendo ogni tappa, ogni gioia e ogni difficoltà del suo percorso: dalla fatica alle forature fino alle splendide foto dei paesaggi che ha attraversato. La sua impresa è stata salutata dal ministro Dario Franceschini, in coerenza con gli investimenti che il ministro ha voluto sui cammini e sulla Francigena. A Siena lo abbiamo aspettato con gioia, perché in realtà non siamo noi a supportare lui, ma è Pietro a nobilitare il lavoro che abbiamo iniziato per valorizzare la Francigena».

Il governatore della Toscana Enrico Rossi, impegnato per motivi istituzionali a Bruxelles, ha assicurato che la Regione s’impegnerà a modificare il tratto di propria competenza del tragitto:«Farò tesoro dell’esperienza di Pietro per migliorare ancora di più l’accessibilità del percorso e fornire agli operatori economici locali le indicazioni da lui suggerite sul potenziamento dell’accoglienza. Mi auguro di poterlo incontrare presto per conoscerlo e farmi raccontare il suo viaggio».

Emilio Mariotti

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