A Siena fanno impresa solo gli stranieri: in dieci anni 600 attività in più, ma crollano le aziende gestite da italiani

Ad avviare le imprese a Siena e provincia restano solo gli stranieri: in dieci anni, dal 2013 al 2023, le aziende gestite da immigrati sono aumentate di 617 unità a fronte di un calo ‘monstre’ di quelle autoctone, che in una decade sono 5647 in meno.

Il territorio sta cambiando la pelle e a mostrare il suo nuovo volto c’ha pensato l’ufficio studi della Cgia di Mestre in un’analisi. Complessivamente sono 5159 le attività perse e nel calcolo l’associazione degli artigiani sottrae, ai due dati citati precedentemente,  anche la voce ‘non classificabili’, che conta 129 imprese.

Siena è la cinquantaquattresima provincia a livello italiano per numero di crescita di aziende gestite da stranieri ma è anche una di quelle che registra un decremento tra i più significativi di società di italiani. Drammatico poi il confronto fatto con le altre città della Toscana: siamo secondi, dopo Firenze, per quanto riguarda la cessazione di imprese autoctone e penultimi per quelle nate da stranieri.

A livello nazionale, si legge nel documento della Cgia, le imprese attive guidate da titolari nati all’estero sono aumentate del 29,5% (in valore assoluto pari a più 133734) mentre quelle in cui a capo c’è un italiano, invece, sono scese del 4,7%(meno 222241).

Il trend demografico, spiegano dall’associazione, “ha sicuramente condizionato questi risultati. Tuttavia, tra tasse, burocrazia, caro-bollette, costo degli affitti e un senso perenne di precarietà che attanaglia la vita di tantissime partite Iva hanno smorzato in molti italiani la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro attraverso l’autoimprenditorialità”.

L’associazione poi rileva i pro e i contro facendo due considerazioni: “La prima: positiva – si spiega ancora-. Chi apre una attività imprenditoriale dimostra di aver attivato un percorso di inclusione importante, perché è stato costretto a rapportarsi con alcune istituzioni pubbliche, eventualmente con un istituto di credito a cui è stato chiesto un prestito, periodicamente con il commercialista e una volta iniziata l’attività con i propri fornitori. Insomma, queste persone diventano parte attiva del sistema economico. La seconda: negativa. Non sarebbero trascurabili le attività economiche a guida straniera avviate per “coprire” operazioni di evasione e commercializzazione su larga scala di merce contraffatta”.

MC