Se penso ad un luogo in cui le acque termali possono essere la chiave di accesso ad un territorio, mi viene subito in mente Abano Terme – Montegrotto Terme. Senza nulla togliere alle altre località termali (da Castrocaro a Salsomaggiore, da Levico a Chianciano, da Montecatini a Ischia), però Abano è veramente al centro di un territorio in cui il piacere delle cure termali e del benessere può diventare solo un “qualcosa” in più – magari il pomeriggio rientrando stanchi e sudati dalle escursioni – rispetto alla possibilità di scoprire una parte di Veneto che per interesse e bellezza tiene testa tranquillamente alla Serenissima Venezia.
Fatto centro ad Abano Terme, si può vedere che in un cerchio avente un raggio di 50 chilometri, si trovano Vicenza, Cittadella, Chioggia, Padova, Monselice ed i Colli Euganei, ovvero una benedizione di luoghi in cui la storia e l’arte, la natura e la cultura, il mare e la gastronomia si incrociano continuamente.
Per giustificare le loro epiche e colossali bevute di vino, il giornalista Gianni Brera e l’allenatore di calcio Nereo Rocco si erano costruiti una teoria per cui loro bevevano un bicchiere dopo l’altro per evitare di avere sete: bere solo quando si ha sete era considerato un destino troppo banale.
Lo stesso concetto si può in questo caso applicare alle acque. Andare ad Abano e Montegrotto per fare soltanto le cure termali, per quanto piacevole e salutare, appare una scelta ovvia ed un destino banale. Sceglierle invece come base per visitare le splendide Mura di Cittadella o salire sui Colli Euganei, per immergersi nelle bellezze di Vicenza o camminare per le vie di Chioggia e sentirsi personaggi della famosa commedia che Carlo Goldoni dedicò a questa città (Le baruffe chiozzotte), significa invece aver fatto una scelta precisa.
Stando ben attenti a non farsi ammaliare soltanto dalle cose più belle, come la Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, il Teatro Olimpico a Vicenza disegnato dal Palladio, il percorso delle Sette Chiese a Monselice, i panorami dei Colli Euganei. Ed affidarsi invece alla curiosità, al caso, alla sosta imprevista. Ad esempio il Laghetto della Costa, ad Arquà Petrarca, che è uno dei ben 111 siti che formano gli “Antichi insediamenti sulle Alpi” che fanno parte del patrimonio dell’Unesco, perché qui sono state ritrovate tracce di un villaggio dell’Età del Bronzo, ovvero di quattromila anni fa.
Roberto Guiggiani
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