Addio Beko: ultimo giorno in viale Toselli. Lacrime, abbracci e una canzone per salutare 58 anni di storia

“È uno di quei giorni che ti prende la malinconia. Non c’è niente di più triste di giornate come questa “: le parole di Ornella Vanoni campeggiano fuori dai cancelli mentre si chiude l’ultimo capitolo di una storia lunga 58 anni.

È l’ultimo giorno di produzione in viale Toselli, tra braccia che si stringono e lacrime dei lavoratori. Fuori dal sito, ex Beko, operai, dipendenti, pensionati, sindacati e istituzioni.

Guido Burroni la fabbrica l’ha vista nascere e qui ha costruito la sua famiglia: “Ho sposato una collega che lavorava lì dentro e quindi che vi devo dire… andavamo a mangiare insieme, abbiamo trascorso una vita, scusate… forse sarà la vecchiaia di mio uomo e tutto il resto di quello che ho vissuto qui dentro. Attualmente c’era anche il mio figliolo qui da una ventina d’anni, ora anche lui si trova in queste tresche, speriamo che risolva la faccenda”.

“Domani è un altro giorno, si vedrà”, recita ancora il brano della cantante milanese. Allo stop della produzione si affianca la possibilità di una reindustrializzazione. E Eugenio Ciani indica una prospettiva: “Nell’istituzione regionale stiamo lavorando molto sulle energie rinnovabili, che è un mercato che sicuramente ha delle prospettive”.

Il consigliere per le crisi della Regione, Valerio Fabiani, chiama in causa Invitalia: “Serve uno scouting pubblico ad accompagnare a quello privato”. “Non è una resa”, assicura il parlamentare Francesco Michelotti. “È un segno di voler ripartire ancora con più determinazione verso un futuro che noi ci stiamo impegnando a assicurare ai lavoratori”.

Il cardinale Lojudice chiede unità: “Ci auguriamo che chi di dovere, tutte le frange politiche, siano anche su questo un po’ compatte per dare una risposta significativa, univoca”. Gli fa eco il vicesindaco Capitani: “L’unità di intenti deve essere quella di trovare al più presto il soggetto che reindustrializza”.

Dai segretari nazionali delle sigle di categoria arrivano appelli ai cittadini, alle aziende e promesse. “Beko se ne va — dice la segretaria della Fiom Barbara Tibaldi — Qui rimangono i lavoratori, uno stabilimento acquisito dal governo, un’iniziativa importante del Comune di Siena. Ognuno ha fatto la sua parte. Adesso il sistema industriale batta un colpo”.

“Dobbiamo tenere vive, se servono, anche le mobilitazioni, perché noi questa vertenza la terremo aperta fintanto che non si sarà trovato un investitore”, dice Gianluca Ficco, Uil-Uilm. “È necessario e fondamentale che la comunità di Siena rimanga monolitica su questa vertenza”, così Massimilano Nonis della Fim Cisl.

Marco Crimi