Rapporto Agromafie 2017, giro d’affari da 21 miliardi. Siena 72esima. Presentato oggi a Roma il rapporto annuale. La provincia senese fanalino di coda ma l’attenzione è alta
Che l’agricoltura e il settore agroalimentare rappresentassero un piatto goloso per la criminalità organizzata, è dato ormai noto da tempo. Che questo però rappresentasse non solo uno dei business più interessanti per le cosche mafiose ma che avesse addirittura fatto un salto in avanti del 30 per cento rispetto all’anno precedente, è preoccupante. Il volume d’affari complessivo annuale delle agromafie è salito a 21,8 miliardi di euro, con un balzo del 30% nell’ultimo anno. Un dato preoccupante che pone tra le altre cose le province del nord in testa. E’ quanto è emerso dal Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
E la stima – osservano i curatori del rapporto – “rimane, con tutta probabilità, ancora largamente approssimativa per difetto, perché restano inevitabilmente fuori i proventi derivanti da operazioni condotte ‘estero su estero’ dalle organizzazioni criminali, gli investimenti effettuati in diverse parti del mondo, le attività speculative attraverso la creazione di fondi di investimento operanti nelle diverse piazze finanziarie, il trasferimento formalmente legale di fondi attraverso i money transfer”. Tra tutti i settori “agromafiosi” – continua la Coldiretti -, “quello della ristorazione è forse il comparto più tradizionale. In alcuni casi le mafie possiedono addirittura franchising e catene di ristoranti. Il business dei profitti criminali reinvestiti nella ristorazione coinvolgerebbe oltre 5mila locali, con una più capillare presenza a Roma, Milano e nelle grandi città. Sul fronte della filiera agroalimentare – spiega la Coldiretti -, le mafie, dopo aver ceduto in appalto ai manovali l’onere di organizzare e gestire il caporalato e altre numerose forme di sfruttamento, condizionano il mercato stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati”. Nel 2016 si è registrata un’impennata di fenomeni criminali nel settore agricolo. Quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti e animali, con un ritorno prepotente dell’abigeato. Raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole, con furti di interi carichi di olio o frutta, depositi di vino o altri prodotti come alveari, mandrie o trattori”.
Se in testa si trovano con Reggio Calabria anche le province di Genova e di Verona, un sospiro di sollievo di può tirare per la provincia di Siena, 72esima nella classifica provinciale del Rapporto Agromafie 2017.
“Un sospiro ma senza abbassare mai la guardia – commenta il direttore Coldiretti Siena, Simone Solfanelli, a margine dell’evento di oggi a Roma – . Il nostro territorio, infatti, pur essendo virtuoso rispetto ad altri ha visto più volte a lavoro la Procura e le forze dell’ordine, la stessa Coldiretti, lavorare e lottare contro i reati agroalimentari. Un impegno enorme e indagini importanti che hanno già portato a risultati importanti, per questo vanno ringraziate la magistratura e le forze dell’ordine. Si deve proseguire in questa direzione. Mai abbassare la guardia, il nostro territorio è troppo ricco di prodotti di qualità per non essere appetibile anche per affari loschi”.
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