Aladin – Il musical, applausi a scena aperta agli attori che hanno fatto sognare Siena (tra mille critiche) per una notte

I mesi di studio e di lavoro si sono visti tutti, sul palco del Teatro dei Rinnovati: il cast della Compagnia dell’Ora, che ha portato in scena in anteprima nazionale Aladin  – Il musical, di Stefano d’Orazio, proprio a Siena, hanno incantato il pubblico senese e ricevuto applausi a scena aperta per l’intera durata dello spettacolo. Giovanissimi tutti e tutti altamente preparati nel canto, nella recitazione, nel ballo, con un genio d’eccezione come Max Laudadio che ha trascinato sul suo tappeto volante non solo Aladin e Jasmine ma tutto il pubblico presente, tra i vicoli di Baghdad e palazzo reale, attraversando le avventure da mille e una notte della storia che fa ancora sognare grandi e piccini. E proprio da Max Laudadio vogliamo cominciare, geniale di nome e di fatto in un ruolo azzeccatissimo che fa da contraltare al diabolico Jafar (Alessandro Gaglio) che insieme al fedele Jago (Alessandro Casaletto) tengono forte il ritmo dall’inizio alla fine, tra sagace ironia e tango del complotto, in un vorticoso susseguirsi onirico che trova rivale alla pari proprio nel genio della lampada.

Potremmo soffermarci a parlare della regia di Luca Cattaneo, delle direzioni, delle coreografie, degli effetti magici e delle splendide musiche dei Pooh ma lo facciamo con un unico enorme applauso che è lo stesso che il teatro di Siena (tutto esaurito nelle serate, l’ultima domani) ha tributato allo spettacolo. I bambini, curiosi e attenti, gli adulti catapultati nelle notti d’Oriente, nei tesori della grotta che si mescolavano all’odore polveroso del teatro, capaci di emozionarsi ancora dell’amore sognato tra il ladruncolo Aladin (Eugenio Grandi) e la principessa Jasmine (Angela Ranica) e di ridere con i bravissimi Abu (Federico Della Sala) e Shadia (Sofia Radicioni) e con il sultano (Lorenzo Pozzaglia) e Lunatica (Serena Riccardi), con menzione speciale alla bravura di Andalù (Michele Rossano).


Prima di questa sequenza di applausi, un red carpet allestito all’interno del Cortile del Podestà e voluto dal direttore dei Teatri di Siena, Vincenzo Bocciarelli: personaggi del cinema e della tv italiani hanno sfilato prima del musical, amici e colleghi che Bocciarelli ha voluto per l’apertura della stagione. Valeria Marini, Alessandro Orrei, Karin Proia, Chiara Conti, Kaspar Capparoni, Marina Suma, la neo miss Italia senese Ofelia Passaponti e altri nomi illustri.

Un momento insolito per Siena, assolutamente non abituata a eventi simili dal vivo, più vicini a Roma e Milano ma evento che, nella sua singolarità, è stato organizzato alla perfezione e ha portato la città un po’ fuori dalle mura e dal contesto quotidiano. Bocciarelli ha avuto coraggio di osare e ha avuto ragione: una serata teatrale dall’inizio alla fine, culminata con il bellissimo spettacolo e, rispettiamo i gusti e le idee di tutti, eccessivamente criticata – senza motivo –  per la parte iniziale.

 

C’è bisogno di leggerezza, non si può e non si deve per forza remare contro a tutto e a tutti (quindi anche a noi stessi, perché Siena non appartiene solo a qualcuno) e a volte si può godere di qualcosa che faccia sognare, senza appesantire. Il musical non è certo un genere apprezzato in Italia al pari del resto del mondo ma è un peccato, perché vale la pena. E’ leggerezza di qualità.

Il mood che accompagna la stagione teatrale di Siena riprende  celebre frase de “La Tempesta” di Shakespeare:

Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni

L’ouverture ha rappresentato alla perfezione il senso della frase, vedremo se il seguito reggerà il passo. Intanto c’è da augurarsi, date tutte le critiche, che almeno Shakespeare sia all’altezza dei gusti di tanti senesi.

Katiuscia Vaselli