Allarme Rsa, servono più risorse o rincarano le tariffe

La coperta per garantire i servizi e per mantenere i posti di lavoro è corta: l’allarme è delle associazioni che gestiscono le residenze sanitarie assistenziali in Toscana e che descrivono una difficile situazione, che è legata al rinnovo dei contratti ai dipendenti. I salari aumenteranno ed il rischio è che, senza aiuti dalla Regione, l’incremento gravi sulle rette degli ospiti.

Una situazione che in qualche modo tocca anche l’Asp Città di Siena, che ha aumentato i salari ai suoi dipendenti qualche mese fa ma che deve fare i conti con l’incidenza dei costi che riguarda il mondo delle cooperative, come spiega il presidente Guido Pratesi.

Presidente qual è il problema che, in questo momento, le associazioni stanno sottoponendo al Governo?

“Il quadro è chiaro. Dopo molti anni, è stato finalmente rinnovato il contratto delle infermiere che lavorano nelle case di accoglienza assistenziale. Il problema è che questo rincaro, inevitabile dopo tanto tempo, è stato piuttosto significativo”.

Quali sono le conseguenze per le aziende del settore?

“Le aziende che operano in questo ambito sono già sotto pressione. I loro prezzi sono amministrati, cioè stabiliti dalla Regione, ma i costi reali – come quelli delle materie prime alimentari, del gas e della luce – sono aumentati indipendentemente da questi adeguamenti. Questo squilibrio ha messo in crisi molte strutture”.

C’è stato qualche intervento da parte delle istituzioni?

“La situazione è critica. Infatti due settimane fa la Regione ha stanziato 10 milioni di euro in un fondo dedicato all’assistenza e alla non autosufficienza, proprio per sostenere il settore in questa fase difficile”.

Quali lavoratori dell’Asp Città di Siena sono interessati da questo rinnovo contrattuale?Quali sono i costi previsti?

“Non tutti i dipendenti sono coinvolti. Alcuni lavorano direttamente per l’azienda e non per le cooperative. Per loro, l’aumento contrattuale è già stato applicato nel 2023 e 2024, quindi nel 2025 l’impatto sarà minimo. Mentre per quanto riguarda le cooperative parliamo di 300-400 mila euro l’anno, una cifra ragguardevole. Stiamo cercando di spalmare questo costo su due anni e di dialogare con le cooperative per trovare soluzioni che non aggravino ulteriormente la situazione”.

Per quanto riguarda Siena, ci saranno confronti con il Comune?

“Sì, ma preferirei non entrare nei dettagli. È una questione delicata”.

Come pensate di affrontare il futuro?

“Stiamo studiando come ammortizzare il costo nei prossimi due anni, collaborando con tutti i partner e stakeholder coinvolti”.

Katiuscia Vaselli