Alla base delle colline su cui sorge Siena, nella piccola zona di San Carlo, vicino all’uscita Siena Ovest, si può ammirare questa piccola e semplice fonte, suggestiva e ricca d’acqua, legata alla presenza di un antico mulino, ricordato dal nome della vicina Chiesa di San Carlo ai Mugnai.
É costituita da due vasche, poste a quote leggermente diverse, alimentate da un bottino che si inoltra nella vallata verso la Porta San Marco che va poi a finire nel torrente Tressa.
Di questa fonte non si conoscono testimonianze storiche sulle origini e sugli interventi di manutenzione.
In questa zona vi è una delle storie più misteriose e anche più recenti di Siena, Massimo Biliorsi in uno dei suoi libri racconta che nel 1994 ad un passo dal nuovo millennio Francesco, un ragazzo senese, scendeva una sera da porta San Marco e ad un certo punto del suo cammino notturno la sua attenzione venne attirata dall’ululato di un cane, un latrato che all’uomo sembrò particolarmente malvagio.
Facendo più attenzione vide che qualcuno correva verso le fonti di San Carlo con passi pesanti che non nascondevano un forte respiro. Sul momento Francesco credette che i passi fossero distanti dal ululato come se l’animale precedesse il suo padrone ma poi nel proseguire incessante di questo abbaiare alla lupina si rese conto che erano tutt’uno. La corsa e l’ansimare erano dovuti dalla stessa cosa, ci fu poi un attimo di silenzio e seguì poi un tonfo sordo nell’acqua della fonte. Di certo qualcuno si muoveva dentro le acque fredde. Francesco si ricordò soltanto allora delle voci che i vecchi raccontavano sul mannaro di San Carlo. Uno strano personaggio che di notte attraversava puntualmente la città per poi trasformarsi nei pressi di San Marco pronto a gettarsi nell’acqua per placare il suo dolore. Francesco riuscì a vincere la paura e si avvicinò con un po di timore alla fonte. Ma quando ci fu davanti non vide nessuno. Il mannaro se ne era già andato, ma quello che gli apparve strano e incomprensibile fu il fatto che pur essendo bagnato l’uomo non aveva lasciato tracce d’acqua fuori dalla vasca come se la “bestia” si fosse volatilizzata dopo aver placato i bollenti spiriti. Lo sfortunato passante si allontanò velocemente e da quel momento decise di non attraversare più di notte quella strada. Si vocifera che nel fondo della vasca vi sia un passaggio segreto che attraverso un pozzo conduce all’omonima chiesa che si trova proprio davanti alle fonti.
Poco tempo fa, quando andai a fare le foto in quel luogo così bello che in pochi a Siena conoscono, trovai un’anziana signora che passeggiava lungo la strada e mi fermai a parlare con con lei di quel luogo così bello e così misterioso. Ovviamente affiorò nei nostri discorsi la vicenda del licantropo e la donna mi raccontò che questa storia vive nella mente dei vecchi abitanti del luogo da anni e anni e che lei la conosceva almeno dal 1940, quando suo padre gli raccontò la storia.
Mi spiegò che al tempo si vociferava che il licantropo fosse addirittura il prete della chiesa e che infatti ella sapesse di questo passaggio segreto che dalla fonte raggiungeva la chiesa tramite un piccolo pozzo creato dal parroco in modo che potesse entrare ed uscire senza dare troppo nell’occhio sapendo della sua licantropia.
Mi raccontò anche che tra gli anni ’50 e gli anni ’60 le messe nella chiesa venivano celebrate nella totale desolazione perché la gente del luogo aveva paura di andare alle funzioni religiose per paura delle voci che si sentivano in giro su questa storia. La signora finì con il dirmi che una volta morto il povero prete anche gli ululati e le apparizioni strane vicino alle fonti cessarono.
Foto e articolo: Gabriele Ruffoli