“C’era una volta…”, no, non raccontiamo una fiaba, ma alle fiabe potremmo rubare l’incipit perché anche questo articolo inizia, come molti, con: c’ero passata davanti mille volte.
Ecco, probabilmente, come voi che leggete, davanti al castello di Monteliscai ci ero passata mille volte e mille volte lo avevo ammirato, dal basso perla sua imponenza e maestosità, ma non avevo mai percorso quel breve tratto di strada bianco che porta fin dentro le sue mura.
Castello della Repubblica di Siena, Monteliscai, è già citato nei documenti dal 1101 quando il prete della chiesa di San Pietro (che esiste ancora oggi e reca un bel monogramma di San Bernardino sulla porta d’ingresso) ne offrì il patronato a “Ruoti”, o meglio all’Abbazia camaldolese di San Pietro a Ruoti (siamo in Val d’Ambra, nella diocesi si Arezzo). Nell’aprile del 1119, poi, proprio presso Monteliscai, viene stipulato un atto importante, segno della posizione che si stava guadagnando nel territorio. Si legge, infatti che, “nel contado senese nel castello di Monte Lescario”, un gruppo di laici cedette a quella stessa Abbazia (a Ruoti, che stava espandendo in quest’area il suo domino) il dominio della chiesa di San Giorgio a Lapi (distante circa un chilometro e mezzo e da visitare: ma che ve lo dico a fare? Lo avete capito ormai che “Siena di mille cose è piena”).
Sono questi i più antichi ricordi. Nel 1203, per proseguire negli esordi della storia di questo piccolo ma strategico castello, 39 capifamiglia (e da qui ne deduciamo l’entità dell’abitato dentro le mura), insieme a quelli che abitavano nelle altre fortificazioni poste verso i limiti settentrionali del contado di Siena, parteciparono al giuramento con cui Senesi e Fiorentini cercavano (già allora) di dirimere una vertenza sui confini dei propri territori.
Monteliscai si trovo spesso in mezzo alle “schermaglie” belligeranti tra Siena e Firenze. Men 1229 vene occupato proprio dai fiorentini anche se per breve tempo e con qualche sorpresa sa parte dei nostri concittadini se i cronisti scrivono: “Nonostante la sua forte, alta posizione quasi inaccessibile al nemico, perché piantato nel più alto culmine del monte, e da ogni parte coronato da precipizi e balze, dovette soccombere, seppur temporaneamente, nel giorno 19 settembre 1229, alla forza dei soldati della Repubblica di Firenze”.
Monetliscai venne anche danneggiato, sempre dei fiorentini, nel 1479, durante la guerra contri Senesi e agli Aragonesi allora alleati.Se andate a Monteliscai (perché ci andate vero?) le costruzioni attuali sono in parte sorte sulle rovine delle antiche mura nel cui perimetro resta ancora in ottimo stato di conservazione la porta d’accesso, originaria, danneggiata nella parte bassa intorno alla metà del XX secolo per favorire il passaggio dei carri agricoli.
Insomma alla fortezza di Monteliscai fecero quasi più danni i contadini che le guerre.
Maura Martellucci