Siamo arrivati a ottobre e il farmaco monoclonale del Monoclonal antibody discovery (Mad) Lab di Toscana Life Sciences non è ancora pronto. Il lavoro è al momento alle fasi 2 e 3 della sperimentazione, quelle conclusive. Ma adesso non vengono più fornite tempistiche relativamente a quando le operazioni saranno terminate ed il farmaco di Tls potrà essere utilizzato. “Non fornirò più date, siamo stati smentiti troppe volte”, dichiara il presidente di Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi.
Le tempistiche ipotizzate in passato non sono state rispettate: inizialmente si era parlato di febbraio come possibile momento finale del lavoro, poi di luglio, successivamente di ottobre. Evidentemente qualcosa si è inceppato durante le operazioni.
Al momento non è stato raggiunto il numero dei 400 pazienti che in un’area geografica piuttosto vasta (più o meno nell’intero territorio nazionale) devono sottoporsi alla sperimentazione. Serve infatti un simile numero di pazienti per poter arrivare a far approvare i risultati del lavoro.
Non a caso il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha fatto sentire la propria voce. Il governatore ha sottolineato che mentre in Toscana molti pazienti hanno sperimentato il farmaco di Tls lo stesso non è avvenuto in altre zone d’Italia. Così Giani: “Il 70% del lavoro è stato fino ad ora compiuto in Toscana – ha detto Giani. – L’appello lo faccio alle Regioni perché questo è un anticorpo made in Italy, che quindi sarà importante in quanto a differenza della vaccinazione è uno strumento nostro. La convenzione con Tls l’ha fatta la Regione Toscana ma soprattutto il ministero della sanità”.
E ancora il governatore: “La Toscana ha fatto il massimo, ci aspettiamo impegno sul tema anche da altri territori. Affronterò la questione con altri presidenti di Regione, l’intento è che si arrivi ad una maggiore sensibilizzazione in tutto il Paese. Ricordo che ad ottobre dello scorso anno ero con il professor Rino Rappuoli quando arrivò l’autorizzazione per la sperimentazione. Credevo che dopo un anno il lavoro potesse essere già stato concluso. Ora serve sensibilità anche in altre zone del Paese”.
Sono in totale 11 nel Paese i centri che stanno lavorando sul monoclonale di Tls: Roma, Piacenza, Foggia, Siena, Vercelli, Verona, Milano, Parma, Pisa, Firenze, Napoli.
Ma al momento si incontrano difficoltà nel reperire pazienti per la sperimentazione. Ci sono varie motivazioni: intanto le regole che stanno alla base della sperimentazione stessa. Una persona deve accettare e dare la propria disponibilità ad essere trattato con monoclonali di Tls non oltre le 72 ore dal momento nel quale viene a conoscenza della propria positività al Covid. Sono 3 giorni, un tempo che può anche non essere così ampio per prendere una decisione di questo tipo.
Ovviamente il calo dei contagiati a livello nazionale paradossalmente non è un bene per gli studi clinici dei monoclonali dato che riduce il numero dei potenziali pazienti per la sperimentazione.
Ed ecco che il presidente di Toscana Life Sciences Fabrizio Landi annuncia che, anche per questi problemi, una parte del lavoro potrebbe ora essere condotta all’estero. “Mancano 70-80 pazienti per concludere la sperimentazione – afferma. – Gli ospedali toscani e Parma proseguono il loro lavoro, ma i contagiati sono pochi. Servirebbe uno sforzo collettivo per far capire alle persone che arrivare ad autorizzare una terapia con anticorpi made in Italy è un vantaggio per tutti. L’anticorpo Tls deve ancora dimostrare di essere il più efficace di tutti”.