Il Consorzio Archè si racconta, attraverso Siena News: le cooperative sociali che accompagnano letteralmente le persone lungo l’intero percorso della vita, hanno molto da dire e altrettanto da trasmettere. La cooperativa sociale ha un ruolo importante nell’aiuto alle persone svantaggiate ma la ricchezza delle stesse cooperative deriva dalle storie degli individui che ne fanno parte. Ecco perché abbiamo deciso di proporre ai nostri lettori qualcosa di nuovo rispetto a sempre, qualcosa che non va mai oltre la realtà e che a volte non ha un lieto fine ma che di sicuro, non ci lascia mai come prima che leggessimo queste storie. Ecco il nostro modo per augurarvi Buone Feste!
La vita è imprevedibile e nessuno di noi può immaginare che cosa ci riserva il futuro. A volte inizia in salita, con mille difficoltà, quelle esperienze che ti portano a crescere, presto, prima del dovuto, in maniera completamente inaspettata. La storia che raccontiamo oggi ce la presenza la Cooperativa Comunità Persona e parla di questo, del coraggio di una bambina, diventata grande presto, troppo per affrontare decisioni complicate. Parliamo di Eleonora (nome di fantasia per garantire l’anonimato ndr), una giovane ragazza arrivata dall’Est Europa in Italia nel 2003, inviata dalla madre come sposa a un signore, molto più grande di lei. Un segno che ti marchia a fuoco, lasciando una cicatrice indelebile nell’anima e che ti accompagna per tutta la vita come una parte di te e tu vorresti farne a meno ma lui c’è e lo senti, avvinghiato, quasi come soffocasse il respiro. Ebbene, dalla relazione iniziano le prime difficoltà e come se non bastasse arriva la gravidanza. Eleonora è incinta, di un figlio mai voluto e forse ancora troppo piccola per rendersi conto della responsabilità. Dopo un periodo di forti difficoltà psicologiche, arrivano i primi aiuti. Eleonora intraprende, da prima, un percorso psicologico la gravidanza non va a termine, successivamente il suo carattere, la sua tenacia, quella caparbietà tipica dei giovani ragazzi la portano a fuggire, a dare uno strappo a quella vita che, per il momento, stava riservando solo sofferenze. Eleonora viene accolta all’interno di un servizio del Consorzio Archè. Qua cresce, studia, socializza con gli altri ragazzi suoi coetanei. È dispettosa e felice Eleonora, adesso quella sua indole giocherellona, quel suo spirito da positivo inguaribile, sta facendo la guerra con qualcosa che, fino ad allora, le aveva solo procurato dolore e sofferenza.
Ma Eleonora non si arrende: “La vita è troppo bella”, ripete dentro di sé, e continua a crescere fino a raggiugere la maggiore età. Il suo percorso che fino ad adesso l’aveva condotta nella residenza la porta subito a cercarsi la propria autonomia. Eleonora si trova un lavoro e contemporaneamente studia. Ha un sogno: diventare Operatore sanitario. La sua vita, fatta di alti e bassi, ma anche di passione e spensieratezza, la portano ad abbattere ogni ostacolo. Si stabilizza, trova la sua solidità economica e si trova una casa. Adesso Eleonora ha raggiunto il suo obbiettivo: ha ottenuto l’abilitazione e quella stessa Cooperativa che da giovane la accolse come una madre che non aveva mia avuto, le trova un lavoro all’interno di una delle sue Residenze.
Eleonora ora sorride, è felice, ha una sua vita, ha tutto ciò che nel passato per lei era solo un sogno, troppo lontano, portato via a causa della decisione sciagurata di qualcun altro, una possibilità che mai aveva pensato potesse essere raggiunta, non da lei, non così. Sono passati tanti anni, il percorso è stato lungo, ma la resilienza, la tenacia, la caparbietà di Eleonora l’hanno portata a vincere un concorso pubblico per entrare all’interno del circuito della sanità pubblica.
La storia di Eleonora ho molto da insegnare, spesso passiamo le giornate con la fronte accigliata, immersi nella disperazione di un qualcosa che agli occhi di molti potrebbe essere frivolo e scontato. “La vita è troppo bella” e corre veloce, inutile sprecarla. Godersi ogni singolo momento è importante e adesso Eleonora sorride.
Niccolò Bacarelli