L’estate ci regala gli ultimi sprazzi mentre nelle vigne si inizia a raccogliere i frutti di quest’annata. Ma cosa ci si aspetta da questa vendemmia? Le prospettive, seppur soggette al meteo dei prossimi giorni, fanno presagire un’ottima annata, dal punto di vista qualitativo e quantitativo.
Lo riporta l’indagine vendemmiale 2025, realizzata attraverso un processo di armonizzazione delle metodologie adottate da Assoenologi, Unione italiana vini (Uiv) e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) al quale si aggiunge il contributo dell’Ufficio competente del Masaf e delle regioni. In generale nel Belpaese si prevede un incremento dei volumi dell’8% rispetto al 2024. L’Italia dovrebbe conservare il primato della produzione mondiale con 47,4 milioni di ettolitri, seguita a ruota da Francia e Spagna.
Per quanto riguarda la Toscana in particolare le aspettative sono per una vendemmia ottima sul profilo qualitativo, mentre per quanto riguarda le quantità la Toscana a differenza di tutte le altre regioni subisce una certa flessione. Si passa da 2,7 milioni di ettolitri del 2024 ai 2,4 milioni per questo anno. A crescere è invece la quota di vino biologico, che rappresenta ormai il 13-15% del totale regionale, con un incremento del 10% rispetto allo scorso anno. Il calo delle rese non è solo dovuto all’andamento climatico, ma anche da precise scelte che i Consorzi vinicoli toscani stanno adottando, per fronteggiare la crisi dei consumi e dei mercati.
Come ha commentato Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino: “Ci aspettiamo una minore quantità ma un’ottima qualità. La politica di riduzione delle rese che applichiamo ormai da tempo per preservare la qualità dei nostri vini ci consente infatti di gestire in modo equilibrato il rapporto tra domanda e offerta e al tempo stesso di salvaguardare l’alto posizionamento della nostra denominazione, anche alla luce dell’attuale contesto internazionale”.
Stefania Tacconi