Asciano adotta una famiglia di Amatrice: “Ricostruiremo la loro casa”

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Solidarietà per Amatrice. Asciano ‘adotta’ una famiglia terremotata per aiutarla nella ricostruzione della casa. E ricominciare a vivere

“Salvare tutti sarà impossibile. Ci piacerebbe, ma è quello che vorrebbe tutta l’Italia. Nel nostro piccolo però, abbiamo scelto una famiglia di Amatrice, con la speranza di aiutarli a costruire la loro nuova casa”. Si muovono da mesi ormai le associazioni della provincia per aiutare le zone colpite dal forte sisma che ha messo in ginocchia una nazione. Tra le tante iniziative, vogliamo raccontare quella del gruppo Asciano La voce del Garbo: un piccolo paese unito nella raccolta fondi per la famiglia Cesarei. Soldi che serviranno a mamma Paola, insieme ala marito e ai tre figli, per ricostruire la loro casa proprio nel punto in cui il terremoto ha spazzato via i loro affetti, la loro vita. “Ma ricominciare si può – ci racconta Lorenzo Collini, uno degli amministratori del gruppo – se tutti diamo una mano. E noi vogliamo essere vicini a questa famiglia più che possiamo”.

Come mai la scelta di aiutare una sola famiglia e non più di una?

“È chiaro che sarebbe fantastico poter ricostruire le abitazioni di tutti. Ne abbiamo scelta una perché c’è dietro una bellissima storia. La proposta è partita da Paola Pacca, la mamma di Daniela Cerrachio. Daniela aveva poco più di vent’anni quando una malattia rarissima l’ha portata via. L’iniziativa è nata dopo che la donna si è recata ad Amatrice per donare libri per l’infanzia nelle scuole, in ricordo della figlia. Lì ha conosciuto la famiglia Cesarei: mamma Paola e i suoi tre bambini. C’è stata subito una grande sintonia e la voglia di aiutarsi. Così Paola Pacca ha contattato un’amica ascianese, Simona Agresti, che si è subito mossa per portare avanti questa iniziativa. La famiglia Cesarei ha perso tutto dopo le terribili scosse di agosto: la loro casa e la loro attività, un negozio ben avviato. Il terremoto ha portato via anche la bottega del marito, falegname. Da un giorno all’altro si sono ritrovati senza casa, lavoro e automobile. E con tre figli da mantenere. Si sono sistemati come potevano, hanno dormito in un camper, poi è arrivato il container. Con le temperature gelide dei giorni scorsi, mamma Paola ha dovuto fare i conti con le deboli condizioni di salute dei figli. Raffreddori, febbre, un giorno su due erano malati.  Il nostro gruppo Facebook ha promosso l’iniziativa di fare una raccolta fondi e aprire un conto che possa raccogliere quanti più soldi possibili per permettergli di ricostruire una vera e propria abitazione”.

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E con Facebook avete messo in moto tutto questo?

“Esatto. La grande forza dei social che, se usati nel modo giusto, possono davvero essere di grande aiuto. Asciano si racconta e si aiuta attraverso questo gruppo. Siamo più di 1300, esiste da un anno ed è diventato quasi l’unico mezzo di comunicazione del paese. Ci aiutiamo scrivendoci sulle condizioni della strada, se viene smarrito un cane o un gatto, se viene fatto qualche evento importante. Un vero sostegno per tutti. Il paese si è messo subito in prima linea per poter aiutare Paola e il marito. Tra un post e un commento, abbiamo iniziato a discutere sul da farsi. È venuta fuori l’idea di una raccolta fondi, supportata dal Comune di Asciano. Il sindaco ci ha messo a disposizione l’assessore alla cultura Lucia Angelini, che ha fatto girare una email alle altre associazioni del paese. Una richiesta di aiuto che spingesse gli altri gruppi a fare da promotori e punto di raccolta”.

Perché ricostruire una casa proprio lì?

“Quello che più manca a questa gente è la loro casa, quelle quattro mura dove ti sentivi al sicuro. Vivono l’incubo di non poter più essere al sicuro nemmeno nella terra in cui vivono. Così Paola e il marito hanno pensato di ricostruire la loro casa nello stesso punto della precedente, ma con una struttura in legno, antisismica. Si sono mossi per avere i permessi e li stanno ottenendo. Dovranno rispettare dei parametri, ma sarà possibile ricostruire. Quello che mancano sono i soldi, visto che hanno perso entrambi la loro attività. Noi vogliamo muoverci per questo, anche se non riusciremo a trovare i fondi necessari per ricostruire un’intera casa. Ma ce la metteremo tutta e consegneremo direttamente a loro la somma raccolta”.

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Qual è stato il contributo delle altre associazioni?

“Si sono mosse tutte, dopo la lettera dell’assessore e soprattutto dopo che abbiamo iniziato a far circolare la locandina dell’iniziativa su facebook. Un riscontro davvero positivo, si vede che c’è tanta solidarietà nel nostro territorio. Le prime associazioni, come la Compagnia Teatrale La Scialenga, Noi ci siamo e il Coccio hanno dato la disponibilità per fare punto di raccolta. La compagnia teatrale farà uno spettacolo a Rapolano e i soldi saranno devoluti alla famiglia. Poi si sono mossi Arci, Donatori di Sangue, insieme a Rinascita e Corale. Il 17 marzo sarà organizzata una cena dove verrà a trovarci direttamente la famiglia Cesarei, a cui daremo direttamente i soldi raccolti durante tutto questo periodo”.

La vostra iniziativa ha avuto un seguito anche fuori dal territorio provinciale?

“Si, e non ce lo aspettavamo! Questo ha portato anche a contatti con altre zone, ad esempio al nord dell’Italia stanno facendo la stessa cosa che facciamo noi. Lo stesso al sud, dalle parti di Napoli, dove ci hanno chiesto come attivarsi per adottare una famiglia. Speriamo sia stata una goccia che si possa espandere a macchia d’olio. Le donazioni arrivano da ogni parte, non solo dalla provincia. Varie associazioni si muovono internamente alla nostra per organizzare altri eventi e raccogliere fondi. Lunedì chiederemo al comune l’estratto conto e vedremo come va il bilancio. Il bello verrà per la cena e durante la lotteria”.

Michela Piccini