Baby gang a Siena, La Diocesi: “Situazione preoccupante, serve patto tra istituzioni e chiesa”

Si torna a parlare delle Baby-gang, dopo i fatti dei giorni scorsi che hanno portato la questura di Siena ad applicare 5 (link qui)misure cautelari nei confronti di ragazzi minorenni che hanno commesso attività illecite nei mesi maggio e settembre. Una situazione che, con la fine del lockdown, si era accentuata in maniera preoccupante in tutto il Paese, anche nel Comune di Siena. A tornare sulla situazione è la Commissione diocesana per la tutela dei minori di Siena, Montalcino e Colle Val d’Elsa (Spam) che esprime preoccupazione al riguardo.

“Il fenomeno delle baby gang colpisce anche Siena mostrandone la fragilità e la necessità di non minimizzare su fatti come quelli accaduti nella nostra città. La Commissione diocesana per la tutela dei minori “Sp.A.M.” esprime la viva preoccupazione per un fenomeno di violenza fatta da minori su minori, portata non per la prima volta alle cronache senesi, fatta da ragazzi travolti dal clima di anonimato e di disagio che li porta a bullizzare ragazzi stranieri, o più piccoli o semplicemente altri ragazzi isolati”.

“Questo fenomeno – prosegue la nota – di cui si stanno prendendo carico le forze dell’ordine e i servizi sociali, richiede però una riflessione ferma e profonda da parte di tutti. Perché il fenomeno del bullismo minorile riguarda la solitudine e la mancanza di valori profondi dei giovani, e aggravato anche nel periodo COVID probabilmente, nel quale anche l’assenza di socializzazione imposta dalle regole sanitarie lascia sfogare gli istinti brutali senza un alveo di comunità e di presenza che li dovrebbe indirizzare verso espressioni socializzative, costruttive e creative. Ma riguarda anche l’ambiente sociale, familiare ed educativo in cui questo fenomeno esplode e colpisce”.

“Siena – conclude la nota – è una città sana, nella quale però affiora – e non solo oggi – questo virus del bullismo, e il virus ancor peggiore del disagio e della solitudine giovanile che al pari del COVID richiedono una risposta rapida per non lasciarsi trovare impreparati dalla sua futura contagiosità e virulenza. Serve un vero e proprio patto fra tutte le istituzioni, le parrocchie, i centri sociali, i consultori e le forze dell’ordine”.