Secondo l’ultimo aggiornamento della Regione i casi in Toscana sono oltre 100 e sono risultati letali per il 37% dei pazienti: anche al policlinico Le Scotte di Siena si sospetta che il New Delhi sia la causa della morte di un ottantunenne. Ieri l’assessore regionale alla sanità Susanna Saccardi ha voluto tranquillizzare l’opinione pubblica ricordando che l’azione della Regione è stata tempestiva e che: “La psicosi che si è creata non ha ragion d’essere. I comuni cittadini non corrono nessun rischio nel nostro territorio. La Klebsiella (batterio intestinale che può attivare meccanismi di antibiotico-resistenza; uno di questi meccanismi è il New Delhi, ndr) è un batterio che vive comunemente nell’intestino dell’uomo ed è un cosiddetto patogeno opportunista, cioè un microrganismo che non infetta, a meno che non siano presenti condizioni particolari, come un abbassamento delle difese immunitarie” ha concluso l’assessore.
Della stessa opinione è il direttore della Azienda ospedaliera senese Valtere Giovannini. Anche lui ha voluto rassicurare i cittadini sul caso New Delhi: “Il policlinico ha ben affrontato questa situazione – sottolinea Giovannini-. Facciamo uso di tonnellate di antibiotici senza badare a spese e a consumo. I nostri organismi hanno potenziato le loro difese e la loro aggressività. New Delhi non ci cambia nulla. Noi siamo abituati ad assistere i malati come ogni giorno. Basta, come in ogni situazione dove c’è pericolo di infezioni batteriche – continua Giovannini – fare attenzione all’igiene. Bisogna lavarsi le mani. Non c’è nessun allarmismo anche se questo ulteriore fattore di resistenza nel batterio ha trovato un armamentario che può resistere maggiormente su alcuni antibiotici. Alcune situazioni hanno richiesto maggiore attenzione nella cura”.
Marco Crimi