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Beko, a febbraio otto giorni di cassa integrazione. All’Università per Stranieri lungo applauso per gli operai

La vicinanza e la solidarietà espresse dall’ateneo ed il lungo applauso tributato dalla platea di autorità cittadine, studenti e docenti.

Così l’Università per Stranieri ha accolto i lavoratori di Beko e membri delle rappresentanze sindacali Stefano Borgogni e Maurizio Matera ed anche Massimo Martini, segretario Uilm Uil Siena stamani, durante l’inaugurazione dell’anno accademico.

“La nostra autonomia non deve tradursi in autoreferenzialità”, ha detto il rettore Tomaso Montanari nel motivare la sua scelta di invitare gli operai. “Non siamo chiusi nelle biblioteche e nei laboratori. Ci sono centinaia di famiglie a Siena che non sanno che fare con il loro futuro per la chiusura dell’impianto, che è il frutto avvelenato di un certo modo di intendere la globalizzazione”.

“Più si parla della vertenza, più sensibilizziamo l’opinione pubblica. Abbiamo bisogno che ogni forza sia messa in campo”, ha affermato Borgogni.  Intanto al sito di viale Toselli sono stati comunicati i nuovi giorni di cassa integrazione. A febbraio saranno otto. “Pensavamo peggio – dice Martini – . Siete a conoscenza della diatriba che si è creata tra azienda, lavoratori e sindacati. Beko ci aveva manifestato i problemi riscontrati con il blocco dei cancelli per le merci. Questo mese alla fine rispecchia l’andamento del 2024”.

La data del 30 gennaio, quando si terrà un nuovo tavolo al Ministero delle Imprese, si avvicina e sigle e lavoratori stanno organizzando nuove mobilitazioni. “Nella capitale saremo 150 – aggiunge il sindacalista -. Contestualmente è stato indetto uno sciopero a livello nazionale. E quindi è stata data la possibilità ai dipendenti di tutti gli stabilimenti di essere a Roma”.

“L’incontro del 30 – dice Borgogni – sarà un punto di svolta per la nostra lotta. A Roma prevediamo un’affluenza massiccia dei nostri operai”.

Poco fa intanto le sigle di categoria nazionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno infatti annunciato uno sciopero per quella giornata “contro l’inaccettabile piano di chiusure presentato per l’Italia”, come recita un comunicato.

Davanti al Mimit, si legge, si terrà “un presidio dei lavoratori provenienti da tutte le fabbriche e gli uffici italiani” della multinazionale. A Beko le organizzazioni chiedono di “modificare radicalmente il piano industriale” e al Governo “di intervenire concretamente con tutti gli strumenti disponibili a incluso l’uso del golden power, fino a prevedere l’ingresso diretto dello Stato a garanzia degli stabilimenti, dell’occupazione e di un settore strategico”.

MC

 

marco crimi

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