Alla fine da palazzo Piacentini sindacati e rappresentanze se ne escono solo con delusione e amarezza: Beko Europe non intende cambiare direzione e, rispetto all’incontro al Ministero delle Imprese dello scorso 20 novembre, vuole ancora mantenere lo stesso piano industriale, che prevede la chiusura del sito di Siena a fine 2025. Trecento lavoratori rischiano ancora il proprio posto.
“Siena non può chiudere nel 2025 – sostiene Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl Siena – , come ci hanno detto il 20 novembre. L’azienda ha preso tempo aggiornando il tavolo a metà gennaio, ha confermato che il momento è difficile e che questo è l’unico piano che possono sostenere”.
Il ministro Adolfo Urso – presente all’incontro – avrebbe chiesto investimenti in Italia e parlato di un piano, quello della multinazionale, “inaccettabile”. Il golden power viene ancora sbandierato, con le sanzioni, previste dalla clausola, applicabili come extrema ratio alla fine del confronto con l’azienda.
Ma sull’efficacia della misura i dubbi persistono, vista soprattutto la decisione con cui il gruppo turco vuole arrivare fino in fondo.
“Abbiamo avuto la conferma che questo strumento non serve per evitare i licenziamenti o le chiusure, ma serve eventualmente, qualora l’azienda non dovesse rivedere il proprio piano, a sanzionarla. Siamo amareggiati”, dice il segretario Fiom Cgil di Siena Daniela Miniero.
A Roma, oltre ai tre segretari delle sigle di categoria locali e rsu, erano presenti il vice sindaco di Siena Michele Capitani, il presidente della provincia Agnese Carletti, il governatore della Regione Eugenio Giani e il suo consigliere per le crisi aziendali Valerio Fabiani.
“Abbiamo capito che la nostra è una realtà in forte discussione, sulla quale invece crediamo molto. Chiaramente non fermeremo la nostra lotta, continueremo e domani faremo l’assemblea con i lavoratori”, ha chiosato il segretario Uilm Siena Massimo Martini.
MC