“Sono vicino ai lavoratori di Siena, Fabriano e Ascoli Piceno, che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità. Che non gli sia tolto il lavoro, per motivi economici o finanziari”, ha detto Papa Francesco nel suo passaggio sulla vicenda Beko durante l’Angelus di stamani. Che il Sommo Pontefice toccasse la crisi del sito in viale Toselli lo avevano annunciato ieri, in un comunicato, Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Cobas di Siena. “Il dramma di vedere stravolta la propria vita e il futuro delle loro famiglie sarà accolto dal Santo Padre che lo ricorderà nell’Angelus di Domenica” perché “quando si parla di esuberi si parla di vite e non di numeri!”, avevano scritto. E sempre ieri gli operai avevano incontrato in audizione il Santo Padre. “La ringraziamo tanto per averci accolto nella sua casa e per essere partecipe del nostro gravoso problema. Ci affidiamo alle sue preghiere”: si leggeva in una lettera consegnata dai dipendenti Beko Siena al Papa. Ad accompagnarli il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, e monsignor Giampiero Palmieri, vescovo di Ascoli Piceno. Durante l’Angelus il Papa ha chiesto di “pregare per la pace nella martoriata Ucraina, nel Medio Oriente, Palestina, Israele, Libano, adesso la Siria, il Myanmar, il Sud Sudan e dovunque si soffre la guerra per le violenze”. Poi l’appello ai governanti e alla comunità internazionale “perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate il fuoco su tutto i fronti di guerra”.
Marco Crimi