
Ad una settimana dalla presentazione dell’atto poco dopo il consiglio dei ministri emergono i primi punti interrogativi da parte dei sindacalisti in merito al decreto legge sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori della Beko.
“Per rendere possibile la reindustrializzazione, erano necessari due presupposti fondamentali: l’acquisizione dello stabilimento e l’individuazione di un ammortizzatore sociale ad hoc per garantire la copertura economica dei lavoratori Beco nel 2026 e 2027 – spiega Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena-.Serviva uno strumento di natura conservativa, in grado cioè di tutelare l’intero livello occupazionale, anche a fronte della cessazione della produzione, prevista per il 31 dicembre 2025. Ad oggi, però, questo strumento non esiste ancora. Durante il question time, il Ministro Urso aveva preso l’impegno di trovarne uno, e sembrerebbe che la scorsa settimana, in sede di Consiglio dei Ministri, sia stato individuato. Tuttavia, noi ci aspettavamo una norma nuova, costruita ad hoc, mentre invece si tratta di una deroga a una norma già esistente”.
Per sciogliere i dubbi domani l’atto sarà illustrato alle sigle di categoria nazionali al Ministero del Lavoro. “Si terrà una ristretta nazionale sul testo da condividere riguardo l’ammortizzatore sociale, perché per noi è fondamentale che lo strumento abbia natura conservativa. Un altro elemento cruciale è la visita del Ministro il prossimo 3 luglio – dice Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl Siena-. Come lui stesso ha ribadito, sarà a Siena, e per noi è fondamentale che in quell’occasione porti con sé l’annuncio dell’acquisizione dello stabilimento. Solo partendo da quella base si potrà lavorare concretamente a individuare un nuovo soggetto industriale. Le due cose sono strettamente connesse”.
Intanto alcune delle aziende del territorio si sono interessate agli operai. “Seguono con attenzione la vicenda dei lavoratori e della multinazionale- fa sapere Massimo Martini, segretario Uilm Uil Siena-. Tuttavia, dobbiamo essere estremamente franchi: in questo momento non ci sono le condizioni per siglare accordi volti a ricollocare i lavoratori in altre realtà aziendali, garantendo loro gli stessi diritti. La nostra priorità è, e resta, la difesa del posto di lavoro per tutti i 299 dipendenti”.
Sindacati e operai nel pomeriggio hanno incontrato il presidente Agnese Carletti: “Le abbiamo detto chiaramente – ha aggiunto Martini – che, se i tempi dovessero allungarsi ulteriormente e se, da qui alla prevista visita del Ministro Urso del 3 luglio, non dovessero arrivare novità concrete — in particolare sull’acquisizione dello stabilimento — allora sarà necessario fare fronte comune. Comune, Provincia e Regione dovranno stringere una cordata politica per dare piena attuazione a quell’accordo e mantenerlo in vita”.
L’ente, spiega Carletti, “continuerà a vigilare affinché i tempi siano rispettati, auspicando un dialogo fattivo e concreto tra tutti gli attori coinvolti”. E sulla visita del ministro: “Accogliamo con favore questa promessa” ha concluso la presidente Carletti, “auspicando che la visita rappresenti un’occasione per confermare gli impegni presi e accelerare il processo di reindustrializzazione. Il territorio senese ha dimostrato determinazione e unità e la Provincia resta impegnata a favorire il dialogo e a sostenere ogni iniziativa possibile con l’obiettivo di preservare l’occupazione e il tessuto industriale senese”.