Beko, domani un nuovo sciopero. I lavoratori: “Il sito è la nostra vita. Se pensano di chiudere si sbagliano”

Domani si replica: faranno altre due ore di sciopero i lavoratori senesi di Beko dopo la mobilitazione odierna. Ad annunciarlo è la rappresentanza sindacale.

Queste le modalità della mobilitazione: per il turno della mattina si andrà dalle 11.10 alle 13.10; per il pomeriggio dalle 13.15 alle 15.15; i giornalieri dalle 11.10 alle 13.10; i manutentori della mattina dalle 12 alle 14; quelli del pomeriggio dalle 20 alle 22. Dalle 12.15 si terrà una nuova assemblea per decidere i prossimi passi in vista dell’incontro con l’azienda del 20 novembre.

“Per loro Siena è un piccolo puntino ma per noi è la vita. Se pensano di venire qui e chiudere hanno sbagliato Paese. Noi siamo l’Italia, non la Polonia”, dice Stefano Brogioni, delegato Fiom Cgil nella rappresentanza sindacale.

Per i trecento lavoratori dello stabilimento, tra i più indiziati per la chiusura, oggi – come nel resto del Paese – è stato il giorno dello sciopero. La mobilitazione, dopo una prima assemblea mattutina, è stata allungata da quattro ore a tutto il giorno.

Tra i presenti alla mobilitazione odierna, che si è svolta fuori dai cancelli della struttura, anche il segretario confederale della Cgil, ed ex-segretario Fiom, Francesca Re David. “Quando le multinazionali vogliono chiudere gli unici che possono impedirglielo sono i lavoratori – ha detto alla folla -. Siete voi che potete tenere aperte le fabbriche”. Ai giornalisti Re David aveva parlato di aziende che “si comprano, per concorrenza, stabilimenti per chiuderli”, riferendosi al passaggio di consegne tra Whirlpool e Beko avvenuto l’anno scorso.

“La situazione è brutta sono sincero. Speriamo che almeno il Governo possa aiutarci. Chiediamo certezze. Basta chiacchiere, vogliamo fatti”, dice uno dei dipendenti. “Vogliamo capire quale sarà il nostro futuro, che questa azienda sembra non volerci dare. Ci serve tempo. Questo può essere il solo nostro amico ora”, afferma un altro.

Davanti all’azienda anche i segretari dei sindacati di categoria locali. “Le novità ci sono solo nei termini della mobilitazione visto che il terzo incontro al Mimit lo avremo il 20 novembre – afferma Daniela Miniero, segretario Fiom Cgil Siena-. E magari in quell’occasione l’azienda ci concederà di entrare un po’ più nel dettaglio del piano industriale. Spero che i numeri non siano solo di esuberi, ma che si parli anche di investimenti per rilanciare il sito. È inutile però girarci intorno più di tanto: nella linea del freddo non c’è l’intenzione di investire. Quindi Siena rischia la dismissione del sito”.

Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl di Siena evidenzia come i sindacati debbano “trovare uno strumento straordinario, di due-tre anni, che accompagni la riconversione dell’impianto. Uno strumento che -spiega – permetta di recuperare commesse e produzioni alternative. In questo caso intendo un contratto di solidarietà. Visto che qui si lavora metà mese allora può rientrare nel canone”.

L’assemblea “è stata molto importante. Ed il confronto è stato serrato. I dipendenti con forza hanno rivendicato il loro diritto a lavorare. Ecco perché lo sciopero è stato prolungato”, le parole di Massimo Martini, segretario Uilm Siena