Beko, società del Comune e Invitalia per rilanciare lo stabilimento. I sindacati: “Da imprese c’è già interesse su Siena”

La novità di giornata è l’atto d’indirizzo che sarà discusso in giunta il prossimo 29 luglio e che porterà alla costituzione di una nuova società, tra il Comune e Invitalia, che gestirà lo stabilimento Beko di viale Toselli.

Ad annunciarlo è stato il vicesindaco Michele Capitani. L’agenzia governativa, che ieri ha siglato la compravendita con Duccio Immobiliare per l’impianto, conferirà lo stesso immobile mentre palazzo pubblico parteciperà con il 20% del capitale. Il nuovo attore di questa vertenza gestirà e riqualificherà il sito, puntando alla reindustrializzazione e alla tutela occupazionale.

“Da sottolineare il fatto che l’oggetto della società stessa contenga – ha commentato Capitani- l’esercizio di attività finalizzate alla riqualificazione e mantenimento del sito stesso come la sua gestione, manutenzione, valorizzazione e sviluppo, oltre che la promozione e l’attuazione di attività connesse alla reindustrializzazione del sito produttivo e a politiche di tutela occupazionale e di efficientamento energetico quali servizi di interesse generale in attuazione dei principi statutari del Comune ”.

Ore calde e dense di appuntamenti dunque sul fronte di Viale Toselli. Stamani lavoratori e sindacati hanno discusso le novità in un’ora di sciopero all’esterno dell’impianto. La richiesta delle sigle agli operai è di non mollare, attendere la reindustrializzazione e non affidarsi ai soli incentivi.

“Non si può vivere di soli ammortizzatori sociali. In questo territorio non siamo abituati a farlo. Restare a casa per due anni in cassa integrazione è pericoloso, rischia di creare disaffezione al lavoro”, puntualizza Giuseppe Cesarano, Fim Cisl Siena.

Tra i venti ed i trenta i lavoratori che comunque sarebbero pronti ad accedere alla Naspi, in attesa dell’accordo sulla procedura che sbloccherà l’indennità di disoccupazione previsto per il 30 luglio.

Secondo le organizzazioni ci sarebbero già dei soggetti interessati alla reindustrializzazione. “Sappiamo con certezza che ci sono diversi imprenditori che vorrebbero investire su Siena. Possiamo dire con tranquillità che esiste un interesse concreto da parte di numerose aziende”, ha affermato Massimo Martini, della Uilm Uil di Siena.

“La reindustrializzazione deve essere sostenibile e garantire un bacino occupazionale di 299 lavoratori. Al di là delle uscite volontarie, chiunque voglia investire a Siena dovrà sapere che il progetto deve avere sostenibilità per 299 posti. Se 30 lavoratori escono, 30 devono entrare”, così il segretario della Fiom Cgil di Siena Daniela Miniero.

Marco Crimi