L’obiettivo prefissato alla fine è stato raggiunto: il primo confronto diretto con il prefetto Matilde Pirrera ha concluso la nuova mobilitazione degli operai dello stabilimento Beko Europe di Siena.
Al tavolo sindacati, lavoratori e rappresentanti istituzionali in un appuntamento che la segretaria Fiom Cgil Siena Daniela Miniero ha definito “fondamentale”.
“L’abbiamo sollecitata a mettere in campo tutti i suoi strumenti e poteri – ha spiegato -, operando insieme a Regione, Provincia e Comune per garantire un futuro industriale alla città. Non si tratta solo dei 299 dipendenti attuali, ma anche delle opportunità per i lavoratori di domani”.
Pirrera avrebbe promesso di trasmettere le istanze degli operai al ministro Adolfo Urso. E avrebbe poi sottolineato la necessità di un’azione coordinata sul territorio. In programma poi ci sarebbe un incontro sull’argomento dello stabilimento con il sindaco Nicoletta Fabio.
Per il segretario Fim Cisl di Siena Giuseppe Cesarano “è necessario far capire che questa crisi industriale, per Siena, rischia di diventare una vera e propria bomba sociale. Per questo le abbiamo chiesto di non limitarsi a leggere la situazione sui giornali, ma di ascoltare direttamente i lavoratori e comprendere a fondo la gravità del problema”.
Secondo Massimo Martini, della Uilm Uil Siena, Matilde Pirrera “si è mostrata molto pratica e ha sottolineato la necessità di coinvolgere tutti i soggetti interessati, a partire dall’Università, per arrivare a un progetto serio di reindustrializzazione. L’abbiamo invitata a chiedere – ha aggiunto-, attraverso il governo e con la sua autorità, che la produzione a Siena possa proseguire anche dopo il 2025”. L’ateneo, ha continuato “potrebbe avere un ruolo chiave nel definire le priorità di mercato e individuare quali prodotti potrebbero essere sviluppati in un eventuale nuovo sito produttivo”.
Il faccia a faccia ha chiuso l’ennesima giornata di protesta, con il corteo iniziato alle 10 in piazza Salimbeni e finito un’ora dopo con un comizio in Piazza Duomo. Alla manifestazione anche i vertici regionali di Cgil, Cisl e Uil.
Il segretario della Uil Toscana, Paolo Fantappiè, ha commentato le novità emerse dal tavolo ministeriale del 30 gennaio, definendole un primo passo importante ma ancora insufficienti. “Dobbiamo sensibilizzare ulteriormente le istituzioni e mantenere Beko pienamente coinvolta nella vertenza”, ha affermato, auspicando un percorso che garantisca la continuità della produzione o, in alternativa, l’arrivo di una nuova società per rilanciare l’attività in Toscana e a Siena.
Anche Silvia Russo, segretaria della Cisl Toscana, ha ribadito “la necessità di un vero piano industriale per il sito senese, che vada oltre misure tampone e soluzioni temporanee”. Ed è “fondamentale che le istituzioni locali e il governo nazionale si impegnino a presentare un progetto a lungo termine, capace di sfruttare il potenziale dell’Università locale per individuare nuove opportunità di sviluppo produttivo”.
Rossano Rossi, dalla Cgil Toscana, ha sostenuto “che un eventuale coinvolgimento di Invitalia potrebbe essere decisivo per rilanciare un’azienda storica, precisando però che servono investimenti massicci e risorse concrete per non lasciare l’impianto a rischio di chiusura alla fine del 2025”.
MC