Bollettino economico della BCE: aspettative e scenari futuri. Intanto, entra la Croazia 

Il ritorno al 2% per l’inflazione strutturale dell’Area Euro sembra ancora lontano per la BCE, che prosegue nell’orientamento di ulteriori aumenti dei tassi di interesse, data la sua previsione, per un periodo di tempo prolungato, di un livello ancora superiore all’obiettivo di stabilità finanziaria.

Si proietta, quindi, lo sguardo al 2024 affinché l’inflazione segni, in media, il 3,4%, e al 2025 per avvicinarsi al 2,3%, fermo restando l’impatto della componente energetica e alimentare. Sul fronte della crescita, le proiezioni sono contenute e riviste al ribasso per l’anno in corso (0,5%), mentre si stimano in leggera ripresa, nel 2024 e nel 2025 (1,9% e 1,8% rispettivamente).

La crescita mondiale è rivista al ribasso e le pressioni sui prezzi a livello internazionale sono riviste al rialzo, a causa della perdurante incertezza in atto: situazione, dunque, generalizzata.

Sul fronte del debito pubblico aggregato dell’Area Euro, lo scenario ipotizzato è quello di una riduzione fino a raggiungere l’88% del PIL, nel 2025; livello superiore al periodo antecedente la pandemia.

Nonostante che le misure di bilancio attuate dai vari Governi rappresentino soltanto un freno temporaneo all’inflazione, l’attesa degli esperti dell’Eurosistema è quella di raggiungere il 2% nella seconda metà del 2025; vedremo se, nei prossimi mesi, tali stime ottimistiche verranno riviste di nuovo. Intanto, per il 2022, l’inflazione complessiva si porta all’8,4% e rimane al 6,3% nel 2023. Riuscirà la BCE nel suo intento di riportarsi vicina al 2% nel 2025?

Rispetto al credito, l’aumento dei costi di indebitamento per imprese e famiglie, ha comportato un minor indebitamento da parte delle famiglie, che si presume continuerà, in vista degli ulteriori aumenti dei tassi di interesse previsti. L’edizione di ottobre 2022 dell’indagine sull’accesso delle imprese al finanziamento (Survey on the Access to Finance of Enterprises, SAFE) indica un inasprimento generalizzato delle condizioni di finanziamento. Necessità, quindi, sia per le famiglie, che per le imprese, di far fronte al maggior costo con i redditi reali. Per le famiglie conterà molto la rivalutazione effettiva delle retribuzioni perché, diversamente, l’aumento del costo della vita potrebbe intaccare il risparmio, anche facendo attenzione ai consumi. Per le imprese, invece, per adesso, le banche sostengono le richieste, ma, riuscire a far fronte al maggior costo, dovrà camminare con maggiori ricavi.

Il 1° gennaio 2023 la Croazia ha adottato la moneta unica ed è diventata il ventesimo Paese dell’Area Euro.  La sua economia si è confermata in rapida crescita nel 2022, ma, a seguito dei bruschi rincari dei beni energetici e alimentari, l’inflazione al consumo croata è aumentata ulteriormente nel 2022, superando in misura significativa quella dell’Area Euro. La sua strada verso la convergenza economica è in corso, come le riforme strutturali che la aspettano, nell’ambito del mercato del lavoro, dal momento che il suo potenziale di crescita, “sembra ancora modesto” (Bollettino economico della BCE n. 8/2022).

Insomma, navighiamo a vista e monitoriamo la rotta per la crescita. Le previsioni, di questi tempi, sono un territorio complesso da percorrere, davvero per tutti.

Maria Luisa Visione