“Non vado a fare la spesa”: l’ironia, seppure amara, non abbandona lo spirito delle persone, che alla domanda riguardante le scelte fatte dalla grande distribuzione in questo primo trimestre antiinflazione lanciato in pompa magna dopo l’accordo del Governo, hanno dato l’idea di fare più una dieta ad intermittenza.
Non voluta.
Come dichiarato ai nostri microfoni sia la catena legata a Carrefour che la società cooperativa Conad, operanti in città, si sono schierati in favore dei consumatori, cercando di tutelare sempre il potere di acquisto delle famiglie. Ma lo hanno già fatto da tempo e non aggiungendo il bollino tricolore ma mantenendo prezzi calmierati nei prodotti a marchio.
Sicuramente è troppo presto per fare bilanci, ma le persone hanno comunque le idee ben chiare su ciò che sta accadendo negli ultimi tempi, anche se alcune opinioni potrebbero risultare contrastanti.
“Francamente la situazione mi sembra, più o meno, la stessa di qualche mese fa – hanno risposto più o meno tutti allo stesso modo -. Il vero cambiamento è avvenuto dopo la pandemia, quando mi sono accorto che la spesa mi costava 50 euro di più”.
Tra le varie categorie di consumatori, i più interessati, sembrano essere gli studenti fuorisede, che oltre ad analizzare la situazione attuale, ci hanno fatto un paragone anche tra Siena e le loro città di provenienza, in varie parti d’Italia.
“Grossi risparmi non ne abbiamo mai fatti – commentano alcuni studenti universitari siciliani -. Rispetto a dove veniamo noi i prezzi sono decisamente più elevati, cosa che ci può anche stare. Sui prodotti a marchio però, abbiamo visto non abbiamo visto un aumento, dunque i bassi e fissi non sono certo una fregatura”.
Pietro Federici