Buon anno a chi è felice nella vita,
buon anno alla spigliata gioventù…
Comincia così una canzone che è diventata anche uno degli stornelli senesi più languidi e amati. E comincia così il nostro saluto.
Con uno stornello e con la foto di Piazza del Campo all’alba. Sta per sorgere il sole su un nuovo anno, il 2017 ha segnato per Siena, ancor di più rispetto ad altri anni, l’obbligato e doloroso addio a tanti grandi personaggi che hanno segnato, ognuno a modo loro,  la storia della città degli ultimi cinquanta anni.  Il 2017 è stato l’anno di grandi appuntamenti: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, fino ad Ambrogio Lorenzetti, protagonista assoluto degli appuntamenti d’arte. Ed è stato l’anno in cui tutti abbiamo guardato con paura alla Torre del Mangia che prendeva fuoco.
Un anno intenso che ha visto aprirsi, forse troppo presto e in maniera acre, la campagna elettorale per le amministrative che nel giugno 2018 daranno un sindaco a Siena.
Un anno, il 2017, che nonostante i veleni smossi in superficie, vanta un lavoro impegnativo delle forze dell’ordine e numeri in calo per i reati contro la persona e contro il patrimonio. Segno che, a prescindere dalle sterili polemichette da social, e i mostri sbattuti in prima pagina attraverso dubbie pagine mediatiche, la nostra città e il suo territorio mantengono un’alta qualità della vita. Lo dimostrano i numeri degli iscritti all’università e anche i turisti che ci scelgono, oltre a quanti definiscono qui la loro vita. Tanti i dettagli da migliorare e anche risorse da investire, in particolare nella sanità pubblica.
Il 2018 che sta per arrivare lo vorremmo più sereno, sì. E con la voglia di rimboccarsi le maniche. Perché a fare grande questa città e la sua provincia non sono le frasi alla ‘so’ di Siena e fo come mi pare’. A fare grande il nome della città sono stati quei cittadini del Buon Governo che Lorenzetti fissó sulle pareti di palazzo pubblico. Quei senesi che attraverso le proprie mani e le proprie competenze crearono qui il crocevia della vita economica e culturale d’Europa. Siena e i suoi figli, artisti, intellettuali e imprenditori, lavoratori che fino al decennio scorso hanno fatto crescere la Banca Monte dei Paschi.  Siena e la sua bellezza, unica nel mondo, meritano persone che risveglino il senso civico e l’amore per un  luogo che il mondo ci invidia. L’augurio che facciamo è proprio questo: riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza, lo stesso che ci lega fin dalla nascita a una Contrada. Meno lamentele, meno polemiche inutili ma volontà di ridare alla nostra città il lustro che merita e per la quale è nata. Vorremmo sentire ‘io so’ di Siena e mi rimbocco le maniche’ perché è compito di tutti farlo. Non abbiamo diritti, abbiamo prima di tutto doveri verso le nostre radici. Le dobbiamo difendere e dobbiamo essere in grado di farle evolvere perché resistano al tempo come hanno sempre fatto. Vale per le Contrade, per il Palio, anche per la campagna elettorale che ci auguriamo meno aspra e più concreta, e per tutto ciò che è questa nostra splendida città .
Noi cominciamo dall’alba, e da questa splendida canzone ormai adottata come stornello.
Buon anno a chi è felice nella vita
buon anno alla spigliata gioventù
un’altra primavera è ormai sfiorita
buon anno a chi vent’anni non ha più (…)
E a chi sognando insegue una chimera
a chi, nel cuor, non ha speranza alcuna
la vita è bella e il cuor ti dice: spera
buon anno, buona fortuna…
E allora buon anno, buona fortuna Siena…
Katiuscia Vaselli