Prosegue l’attività sinergica in Toscana fra il Garante dei detenuti e il Difensore civico regionale per la tutela dei diritti, particolarmente mirata alla tutela delle persone deboli e svantaggiate. Franco Corleone e Sandro Vannini hanno visitato la casa circondariale di Siena e successivamente hanno incontrato il sindaco Luigi De Mossi, per un confronto sulle problematiche del piccolo istituto penitenziario di Siena. Come rilevato nel corso della visita, la struttura del carcere, che è vetusta, presenta celle molto piccole e con servizi igienici inadeguati. Su 67 detenuti presenti, 31 non sono italiani; le nazionalità più rappresentate sono la Tunisia, il Marocco e l’Albania. Per quanto riguarda i reati, 20 persone sono in carcere per violazione, detenzione o piccolo spaccio di stupefacenti, altre 20 sono classificate come tossicodipendenti, 5 come alcolisti e uno come ludopatico. Grazie al lavoro degli operatori, alla direzione del carcere, alla polizia penitenziaria e alle educatrici, nell’Istituto è garantito un buon livello di attività scolastiche e culturali: la scuola media superiore, una biblioteca funzionante, una produzione teatrale e una produzione di libri scritti dai detenuti.
La criticità maggiore è relativa all’assistenza sanitaria: i detenuti lamentano che non è assicurata la continuità terapeutica in quanto sono affidati a un medico di guardia che cambia ogni giorno. Il sindaco, riferiscono infine Garante e Difensore Civico, ha assicurato l’intenzione di nominare un Garante dei diritti dei detenuti per il carcere di Siena e ha comunicato che è in corso la sottoscrizione di un protocollo per utilizzare alcuni detenuti per lavori di pubblica utilità sul verde urbano.