E’ stato così consegnato da parte dei dirigenti dell’Associazione cardiotrapiantati sezione di Siena, al compartimento della Polizia stradale della Toscana, un defibrillatore. La consegna è avvenuta alla presenza del comandante del Compartimento Paolo Pomponio, del comandante della sezione Polstrada di Firenze Tabarro, degli operatori della sala radio e del personale del compartimento.
Come ha sottolineato il presidente dell’Acti sezione di Siena, Eugenio Conte, “questo omaggio che i cardiotrapiantati hanno voluto fare al compartimento della polizia stradale della Toscana è solo un piccolo riconoscimento per quel grandissimo, insostituibile e determinante supporto che l’istituzione della polizia, ogni volta, svolge per rendere il più sicuro possibile i viaggi di trasporto degli organi”.
Il comandante del Compartimento Paolo Pomponio, nel ringraziare l’Acti ha ribadito la piena disponibilità della polizia che rappresenta ad adoperarsi per la buona riuscita delle missioni di trasporto degli organi.
L’occasione del regalo è anche quella di una riflessione, soprattutto da parte di chi tante volte ha raccontato le belle storie sui trapianti, le corse a folle velocità sulla strada, la staffetta della Stradale, il lavoro splendido di collaborazione che c’è dietro un organo espiantato e poi trapiantato. Abbiamo sempre scritto con orgoglio della professionalità di medici, infermieri, poliziotti e anche , volontari Diverse volte, negli ultimi giorni, mi è capitato di transitare sulla Siena-Firenze e di sentir arrivare, da dietro, le sirene di ambulanza e anche auto medica: impossibile, per il tratto dei lavori nella zona Badesse-Monteriggioni, spostarsi per lasciar passare i mezzi di soccorso. Nonostante fossimo riusciti – in pochi – a spostarci al lato della carreggiata fino a entrare nei cantieri aperti, le ambulanze sono state costrette comunque a rallentare, rimanendo intasate nelle lunghe code che in certe ore si formano sulla Siena-Firenze quasi si fosse sulla Salaria con ingresso a Roma alle 7.45 del mattino.
Il problema che si pone è dunque enorme: come è possibile realizzare una staffetta che trasporti organi che hanno un tempo limitato di resistenza e per i quali ogni minuto perso può essere una vita che si perde, se il percorso che porta al Centro regionale trapianti, alle Scotte, è decisamente peggio della famigerata Salerno-Reggio Calabria?
Si dovrà utilizzare ogni volta l’elisoccorso Pegaso? Questo sarà sempre possibile? Ci piacerebbe che, una volta tanto, una risposta arrivasse davvero. Ma con i fatti.
Katiuscia Vaselli
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