Un signore in vacanza con la famiglia nel villaggio turistico Lido d’Abruzzo a Roseto degli Abruzzi si è lamentato per la presenza di disabili nel complesso sulla bacheca Trip Advisor della struttura che lo ha ospitato.
Caro genitore,
quando ho letto quella recensione su Tripadvisor, la prima reazione è stata di rabbia, ma anche di sconcerto “per i miei figli non è un grande spettacolo vedere dalla mattina alla sera persone che soffrono su una carrozzina”. Ma di cosa stiamo parlando?
Lavoro con disabili tutti i giorni. E per me sono una scoperta quotidiana.
Ho svolto il tirocinio di Psicologia all’Unione Ciechi e Ipovedenti e me li ricordo bene i primi giorni, quelli in cui hai paura di fare qualche gaffe, quelli in cui ti chiedi: ma glielo potrò dire “ci vediamo domani”? In genere te lo dicono loro. È un mondo in cui senti di dover entrare in punta di piedi, ma solo perché sei piena di pregiudizi. La psicologia sociale studia come il primo modo di abbattere la barriera del pregiudizio, sia l’entrare in contatto. E infatti passando il tempo con loro, scopri quanto “disabilità” sia una parola in cui rientra un mondo ricco, pieno di situazioni più disparate. Scopri poi che queste persone hanno affrontato le loro sofferenze proprio come chi disabile non è. Scopri in loro risorse che non pensavi esistessero. Scopri che guidandosi col bastone bianco possono andare dove vogliono, che con un cane guida possono andare dove vogliono e trovare un amico fedele. Scopri che riescono ad attraversare strade trafficate fermandosi ad ascoltare i suoni delle auto. Scopri che c’è chi al computer scrive più veloce di te, ha scritto libri e recita Cecco Angiolieri a memoria. Scopri che c’è chi è in carrozzina, ma quando entra in piscina nuota come un pesce. E poi va persino a cavallo e si sente libero. Scopri che c’è chi di carrozzine ne ha due e ha dato loro persino un nome. E le indossa come noi indossiamo vestiti, quella per tutti i giorni e quella delle buone occasioni. E allora poi ti capita di saltare su quella carrozzina elettrica, quella dei giorni importanti, urlare “metti in quinta, metti in quinta”, distruggere quasi tutti gli scaffali di un negozio e ridere. Ridere insieme. Il viaggio a bordo di quella carrozzina, con un disabile come cocchiere, mi ha fatto sentire una principessa felice.
Ecco perché credo che aver trovato i disabili in villaggio durante la sua vacanza, si possa considerare un dono, che lei purtroppo non ha saputo cogliere. Il vero viaggio l’avrebbe potuto fare nella loro vita. Si sarebbe stupito di tanta bellezza. Si sarebbe stupito di quanto la vita sia totalmente affidata al caso. Non scegliamo in quale parte del mondo nascere, non scegliamo se nascere disabili, ricchi o poveri, belli o brutti. La vita è un caso. E cambia le carte in tavola continuamente, rapidamente.
Caro genitore, impari a guardare come gli altri giocano con le carte che la Vita ha assegnato loro.
Selene Bisi