Tutto nasce dalle dichiarazioni di alcuni giorni fa dell’amministratore delegato Banca Mps Marco Morelli al congresso del sindacato dei bancari (Fabi). Dichiarazioni che lasciano pensare a un allungamento dei turni lavorativi per i dipendenti di Mps, ulteriore inziaitiva per l’organizzazione generale della forza lavoro:
“Quando mi parlate di pressioni commerciali io vi dico che se la gente alle 4 o alle 5 va a casa, la banca i risultati non li porta”.
Morelli ha escluso pressioni sulla forza lavoro per raggiungere gli obiettivi commerciali ma intanto non mancano le reazioni. Ci arriva la lettera di un lettore, dipendente della banca, che riportiamo integralmente
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L’AD Marco Morelli dice che se la gente alle quattro o alle cinque va via, la banca non ce la può fare. Il problema c’è e siccome è stato introdotto, va affrontato, ma senza preconcetti e, soprattutto, bisogna partire da molti anni indietro, altrimenti le mie risposte sul tema rischierebbero di non essere capite.
Il punto di partenza va collocato dall’avvento dei consulenti, che ho sempre chiamato scienziati o scienziati masterizzati, chiarendo fin da allora, si parla degli anni novanta, il mio dissenso verso la media di questi soggetti, che, secondo me, hanno contribuito in modo deciso al tracollo della nostra banca. Bisogna però andare per gradi. Ai tempi dell’ipotetica aggregazione con BNL, il Provveditore Divo Gronchi, contrario all’operazione, mentre la politica di allora, D’Alema in primis, era già d’accordo su tutto, riuscì a non farla dicendo che MPS non aveva il management necessario. Non è per capire chi avesse o meno ragione, ma da qui parte la campagna di acquisizione MPS verso molti anonimi “consulenti”, proprio per costituire quel management che a Siena non c’era e beffardo, ma vero, parte il declino del MPS. Insomma gli scienziati, invece di proiettare la banca nell’olimpo dell’economia e della finanza, l’hanno proiettata verso il baratro.
Ovvero i ragionieri avevano gestito meglio degli scienziati!
Questo è sotto gli occhi di tutti, ma perché si è verificato? I motivi sono molti e richiederebbero tempi lunghi e molteplici disquisizioni, qui non essendoci queste possibilità, dirò semplicemente che questi scienziati, essendo stati presi, volta per volta, per assolvere ad un quadratino di supposta assenza aziendale, nel tempo sono stati destinati ad altri incarichi, quasi sempre in ambiti diversi da quelli specifici per cui erano stati assunti, e troppo spesso hanno fallito, soprattutto perché nessuno di loro conosceva la nostra azienda né aveva requisiti sufficienti per essere dirigente della nostra banca, ma per non smentire chi li aveva via via assunti, non si è avuto la forza di ringraziarli e dare loro il benservito. Questa situazione ha comportato un eccesso di dirigenti di DG, in parte inutili.
Alcuni di questi, potremmo dire con stile milanese, hanno introdotto al Monte la moda di iniziare a lavorare la mattina alle nove e mezzo ed uscire tardi la sera. Con orari, quindi, vicini a quelli contrattuali, pretendendo però che gli altri, con stipendi inferiori e con orari contrattuali definiti ed ingresso poco dopo le otto, uscissero anch’essi alle sette.
Quando l’ad Morelli auspica maggiore flessibilità in questa situazione così complicata, deve rendersi conto che parla a tutto il personale e non può basarsi solo su figure minoritarie. Proprio l’Amministratore dispone di una serie di strumenti e misure che possono motivare adeguatamente i dipendenti, coinvolgendoli in un progetto globale che esalti lo spirito di appartenenza, com’è già successo quando fu tamponata la fuga di depositi. Ma non ha alcun senso generalizzare il fatto che uscendo un’ora più tardi si raggiungano meglio gli obiettivi. Gli obiettivi si raggiungono se sono condivisi. E buttarla semplicisticamente sugli orari di lavoro, non va bene.
Sarebbe gradito un chiarimento da parte di Morelli.
Giorgio Finucci
Quadro Direttivo esodato MPS
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