C’è stato il gigolò e c’è stata la ex moglie cornuta che, per carità, non parla certo per livore nei confronti dell’ex marito. Figuriamoci. Ci sono state le foto (del tutto casuali e altrettanto casualmente a portata di mano) e le testimonianze di ‘gole profonde’, c’è stato il grido allo scandalo perché se uno partecipa a cene e festini privati e ama sesso estremo o rapporti omosessuali beh, chissà, a quanto pare commette reato. C’è stato di tutto e di più, verosimilmente – a meno che la Procura di Genova non decida di bloccare il lavoro di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti – ci sarà anche il filmato relativo ai festini che arriverà nelle prossime puntate de Le Iene e che aspetto con interesse perché, proprio come nel caso del primo articolo che ho scritto sulla questione, sono pronta ad essere smentita. Del resto, come tantissime persone mi hanno fatto notare, a cominciare dai giornalisti de Le Iene, sono una piccola giornalista di provincia e cosa posso contare rispetto a un programma tv che – fortuna sua – vanta milioni di telespettatori? E oggi, davanti all’intervista di Selvaggia Lucarelli ad Antonino Monteleone pubblicata da Il Fatto Quotidiano, ribadisco che la gente di Siena sarà vana ma non cretina. E lo faccio semplicemente riportando alcuni stralci dell’intervista. Che si rifanno all’origine di tutto. Basta avere un’intelligenza nella media per capire, non c’è bisogno di appartenere alla cerchia di persone che hanno la verità rivelata in tasca.
La Lucarelli chiede: “A che scopo colleghi i festini a Rossi”. E Monteleone risponde: “Perché una fonte qualificata e molto influente a Siena, l’ex sindaco Piccini, che ha lavorato per Mps con Rossi, ci ha suggerito di indagare su cosa stesse accadendo nelle ville vicino a Siena (…)”. “Piccini però vi ha detto che sicuramente Rossi è stato ammazzato ma nel suo libro del 2014 scrive che si buttò dalla finestra” chiede ancora la giornalista. E Monteleone: “Sai, i politici… poi non è che siccome l’ha detto Piccini è vero. Forse nel 2014 sposò la tesi del suicidio pensando che fosse più conveniente politicamente”. Ecco. Qui la sintesi di tutto. Come… Piccini non era forse la fonte più attendibile, autorevole, qualificata e influente di Siena? Qualcosa sfugge a me oppure ci sono delle discrasie nelle dichiarazioni di Monteleone?
E’ tutto qui il punto. Sul quale capita, quando si lavora, di sbagliare. E capita a tutti. Ma è il perseverare che insinua dubbi: le fonti sono verificate? Su quali basi le Iene definiscono Piccini (mi perdoni l’ex sindaco, capirà che non è su lui che verte la discussione ma sull’approccio) la fonte più attendibile e qualificata? Sulle stesse basi che hanno portato in tv testimoni incappucciati, hater riconosciuti, ex mogli cornute? Il gigolò che aveva tanta paura pensava forse che dopo le Iene la Procura non sarebbe intervenuta? No perché il quadro che viene reso al pubblico è quello di una serie di persone “singolari”, e allora a maggior ragione sarebbero da ritenere non attendibili o quantomeno da verificare nei minimi dettagli. O sbaglio? Perché questo ce lo insegnano anche in una piccola provincia. Così, aspettando di vedere le nuove puntate e di scrivere che hanno ragione loro, le Iene, io mi ritrovo a pensare che tutto questo rimestare nel torbido dei vizi (gioco peraltro pericoloso per le conseguenze che potrebbero esserci: ricatti? tentativi di corruzione? o forse molto peggio?) potrebbe non essere il modo per sostenere le indagini come le stesse Iene dichiarano da sempre di voler fare. Ma se davvero si vogliono sostenere gli inquirenti allora non ci si avvale del segreto professionale in Procura. Si parla. Portando avanti con serietà un lavoro che potrebbe essere prezioso ma che non ha bisogno di pettegolezzi. Quelli di solito si lasciano ai giornalucoli da mercato. Oppure la iena abbaia ma non morde? E il guinzaglio, chi lo tiene?
Katiuscia Vaselli