Con l’ultima puntata de Le Iene andata in onda su Italia Uno in prima serata con annuncio di ‘notizia incredibile’ legata alla morte di David Rossi, si scrive una delle pagine più indecorose che mettono Siena nel vortice melmoso degli scandali. Ho seguito il servizio di Antonino Monteleone, radici di buon cronista di nera e giudiziaria, e sono rimasta basita.
Il servizio è stato annunciato in pompa magna come foriero di rivelazioni incredibili legate al caso di David Rossi, tanto che comincia con una precisa sintesi del lungo lavoro de Le Iene, ormai da tempo a fianco della famiglia Rossi, della moglie e di Carolina, figlia acquisita di David.
Il testimone dell’occasione un presunto gigoló che con una presunta mail inviata direttamente a Monteleone chiede di poter parlare per buttare fuori un passato torbido. Una storia amara, la sua, forte. Una storia che però lascia trasparire un qualcosa che va oltre il racconto e lo scandalo dei festini ai quali avrebbero partecipato nomi importanti della politica, della finanza senese e italiana oltre a magistrati, sacerdoti con ruoli di rilievo a Siena e giornalisti. Naturalmente legati a Siena secondo quello che viene fuori dall’intervista.
Indicazioni fin troppo precise.
Ora, il punto è che se anche la ‘gente senese’ poteva esser ‘vana’ agli occhi di Dante, di sicuro non è cretina. O almeno non fino a questo punto. E il tentativo di gettare la città ancora di più nel buco nero della vergogna è qualcosa di rivoltante.
Insomma, tutta una serie di nomi importanti e altisonanti avrebbe partecipato a cene e feste con notti brave a base di sesso (di natura omosessuale perché sempre e solo uomini, a detta del gigoló, erano presenti) droga e riprese video delle nottate anziché rock’n roll. E quindi? Mi chiedo, non da giornalista ma da semplice cittadina senese colpita da tanto livore nei confronti della città, dove sarebbe la notizia? Dove l’ipotesi di reato? Siena è una città come le altre, dove ci sono classi di potere come in ogni altro luogo del mondo e proprio come nel resto del mondo il potere, si sa, viene espresso anche con eccessi e ostentazioni.
Droga, sesso facile, alcool, notti brave. C’è una letteratura che ci porta indietro nel tempo così tanto da sapere che soldi e potere comprendono anche vizi ed eccessi in maniera quasi fisiologica. A chi il compito di dare un giudizio? E soprattutto, perché dare un giudizio su qualcosa che – si evince bene dal servizio – non trova un legame con il caso di David Rossi se non facendo una forzatura enorme, cinematografica che potrebbe rimandare ai ricatti? Che interesse avrebbe potuto avere David a ricattare i soggetti dei festini, che secondo quanto si può intuire sarebbero stati gli stessi con i quali condivideva le sue giornate? Insomma viene detto che David non c’era quindi sarebbe stato lui il ricattatore? Ucciso per questo? (Se fosse stato ucciso?) Un’idea cui il telespettatore viene rimandato con una precisione certosina, troppa.
Eppure il concetto del “Io so che tu sai che io so…” difficilmente porta a ricatti… E forse per noi che facciamo ogni giorno questo lavoro è arrivato il momento di ritrovare un’etica dell’informazione, perché è tra i nostri primi doveri. La ricerca spasmodica di scandalo e pettegolezzo deve appartenere a comari da mercato e a chi di questo lavoro non ha un’idea di passione e sacrificio. Per chi scrive si tratta di una forzatura enorme, una ‘notizia’ tirata per i capelli in modo che sembrasse tale ma che non è altro che un risvolto delle vite dei potenti.
Per chi scrive, si tratta piuttosto di una precisa mossa politica indirizzata a screditare ancora di più questa città. Invece Siena ha bisogno di altro, ha bisogno di guardare avanti, ha bisogno di costruire e non di distruggere, ha bisogno di ritrovarsi e non di perdersi nelle chiacchiere da mercato, nei pettegolezzi che mirano solo a distogliere l’attenzione dai fatti importanti e dalle priorità che si devono avere. Siena non è l’inferno e non ci sono solo incapaci e delinquenti come si vuole, forse per vendetta, far credere. Piuttosto se si cerca la verità per David si continui a cercarla con serietà e non col pettegolezzo. I morti vanno lasciati in pace, se ne rispetti la memoria.
Katiuscia Vaselli