Nulla di fatto sulla vertenza che riguarda Fabio Giomi, il cassiere del supermercato Pam di Porta Siena licenziato dopo il discusso test del carrello. Tra l’azienda e la Filcams Cgil continua il braccio di ferro, che molto probabilmente potrà essere risolto davanti a un giudice.
A niente è servito il secondo incontro in Prefettura, convocato due giorni dopo un primo tavolo che sembrava aver aperto degli spiragli. “Ci sono state delle aperture, hanno manifestato (Pam Panorama, ndr.) anche la volontà di ritirare il licenziamento, però quella misura poteva essere ritirata solo a seguito di una sanzione disciplinare. E come sindacato questo non lo possiamo accettare per un semplice motivo: perché quella sanzione disciplinare arriva da un test del carrello, e quel test del carrello non è disciplinato in nessun contratto nazionale né in nessun articolo di legge – spiega Mariano Di Gioia, segretario senese della sigla –. Pertanto, o le cose si condividono per fare una serie di operazioni, oppure lasciano il tempo che trovano. E quindi abbiamo deciso di andare avanti per la nostra strada. A questo punto deciderà un giudice se quel licenziamento è legittimo oppure meno”.
La sanzione da comminare a Giomi sarebbe stata di dieci giorni di sospensione lavorativa. “Sono talmente esagerati nel confronto delle cifre che poi risultavano dagli eventuali ammanchi contestati, che comunque non trovavano nessun riscontro nel provvedimento stesso”, ha aggiunto il sindacalista.
Di Gioia resta possibilista su un ulteriore meeting in Prefettura e fa inoltre sapere che la prima udienza sulla causa si svolgerà il 29 dicembre. “Non siamo riusciti a trovare un accordo. Il motivo è semplice: noi chiedevamo la revoca del test carrello e questo non è stato possibile da parte aziendale, e quindi c’è un nulla di fatto – dice Massimiliano Fabozzi, della Filcams Cgil di Siena –. Nel frattempo, ovviamente, noi ci organizzeremo sindacalmente perché chiaramente la vertenza sindacale va avanti”.
MC