Non è facile scrivere versi all’ombra della Poesia. Occorre coraggio e tenacia. Coraggio, per non temere il giudizio di chi, pur amandoti, ama più di ogni altra cosa la creazione artistica, la quale si pone sempre al di là di ogni relazione umana d’affetto, come sapeva bene Rainer Maria Rilke, che in una lettera all’amica Lou- Andreas Salomé osservava: “E io credo, Lou, che così deve essere: questa è una vita, e l’altra è una vita diversa e non siamo fatti per avere due vite”.
Di conseguenza, non solo il poeta sceglie di muoversi sul piano dell’essere (quello dell’arte) anziché su quello dell’esistere (quello del quotidiano, fatto di famiglia, di lavoro, di legami interpersonali), ma quando giudica l’opera di un altro poeta non si lascia condizionare dall’intensità del sentimento che prova per lui. Occorre, però, per far fiorire un verso all’ombra della Poesia, anche tenacia, vale a dire resistenza, dedizione assoluta a ciò che è un piacere e un esercizio, perseveranza.
Essere consapevoli, in sostanza, che è sempre possibile ritagliarsi uno spazio proprio, una sorta di “no man’s land”, dove levare il proprio canto, originale e autentico, dove dar voce a quel grumo di emozioni, di passioni, di pulsioni, che sono nostre ed esclusivamente nostre. Niente, infatti, è più pericoloso (e più facile), per chi condivide i giorni con un artista, dell’imitazione e dell’emulazione. E’ anche per questo che ho pensato spesso con tristezza e ammirazione a Frida Kahlo e Amalia Guglielminetti.
Caterina Trombetti è stata per molti anni la compagna di Mario Luzi e cosa rappresenti, e abbia rappresentata, Mario Luzi per il genere lirico – ma verrebbe voglia di estendere la considerazione anche alla prosa -, è cosa fin troppo nota perchè occorra spenderci qualche parola. “Fiori sulla muraglia”, la raccolta di poesie della Trombetti, nella bella edizione bilingue, con traduzione in spagnolo di Coral García (e prefazione di Mario Luzi), pubblicata da Florence Art Edizioni, testimonia eloquentemente che a volte l’inatteso accade, che a volta, tra il chiacchiericcio del mondo e la perfezione del verso di uno dei maggiori poeti italiani, si rinvenga un pertugio dal quale, semplici e cristallini, lasciare uscire i propri ritmi assieme alla propria anima. La poesia che segue è intitolata “Prodigio”.
“Sulle ali di quale ritorno si accende l’attesa
che muove la vita? Eppure lo sai come
è debole il soffio
che spinge a cercare carezze che avvolgano
e proteggano per sempre.
Viene da lontano
quel benefico canto
che pienamente avvince
e alimenta il tuo fuoco.
E ti sorprendi ancora perché sempre ti sorprendi: tutto è meraviglia
e il passo sempre nuovo”.
Caterina Trombetti, Fiori sulla muraglia (Flores en la muralla), Firenze, Florence Art Edizioni, 2013
a cura di Francesco Ricci