Normalità. Una parola che da diverso tempo rifugge dagli schemi e dalle logiche della nostra economia, travolta da speculazioni, picchi di bassa improvvisi e speculazioni dietro l’angolo.
Ma è soprattutto di normalità che hanno bisogno i mercati, le aziende e le famiglie: nella erogazione del credito, nella tutela del risparmio e nelle dinamiche degli investimenti.
Per questo una ventata di speranza può essere vista nella ripresa di operatività in borsa della (ex) terza banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena.
Titolo volatile, ieri, che partito da 5 euro è sceso fino a 4 per poi assestarsi ai 4,55 della chiusura.
Cambiamenti di umore che tutti i maggiori analisti prevedono per diverse settimane, periodo (logico) che servirà ad assestare gli umori e le previsioni degli investitori: che intanto, nel primo giorno, hanno perso 3,1 miliardi di euro.
La speranza è che questa sia l’ultima falcidiata che la banca più antica del mondo dà al mercato (…ed ai risparmiatori) in nome di una ritrovata efficienza ed efficacia.
Il Monte riparte, evviva il Monte, allora…
Un nuovo inizio del quale Siena avrebbe volentieri fatto a meno.
Perché anche Siena ha bisogno di normalità, dopo le vicende degli ultimi anni
Ironia della sorte questo nuovo zero è caduto un giorno dopo che è stata sentenziata la morte dell’Enoteca Italiana, dopo che su di essa (colpevolmente), tutti gli attori privati si erano sganciati, stante l’immobilismo delle istituzione nel proporre novità ed uscire dagli schemi.
Schemi dei quali tutta Siena si dovrà riappropriare, in un momento dove mancano punti di riferimento e strade tracciate da seguire.
Ma questa è un’altra storia, che, spero, possa vedere protagonista, ancora una volta, una delle città più belle e contorte del mondo.
Viva l’Italia.
Luigi Borri