La parola Chianti è tra le più conosciute nel mondo, un brand che si vende da solo. Ma da solo non basta a registrare nuovi numeri, senza investimenti e idee. Faccia a faccia con Fabrizio Nepi, sindaco di un Comune (Castelnuovo Berardenga) capofila di tante iniziative
BUONE, PICCOLE IDEE
La parola Chianti è tra le più conosciute nel mondo, un brand che si vende da solo. Ma da solo non basta a registrare nuovi numeri, senza investimenti e idee. Fabrizio Nepi, sindaco di Castelnuovo Berardenga, è d’accordo? Negli ultimi due fine settimana, c’è stato un boom di presenze ‘fuori stagione’…
“Assolutamente sì, ne sono esempio l’Ecomaratona del Chianti e il Dit’Unto. Pochissime risorse ma buone idee, sinergia tra i soggetti organizzatori: comitati, volontariato, Comune. E una buona comunicazione. Abbiamo superato le 12mila persone in due fine settimana. Per noi sono numeri importanti” .
INVESTIMENTI
Dimostrazione che si può fare molto senza investimenti enormi, anche se di sicuro è determinante il nome Chianti. In un qualsiasi altro luogo che non vanta tanta bellezza di paesaggio, sarebbe molto più difficile no?
“Sicuramente se le iniziative fosse in un luogo meno conosciuto e amato, sarebbe molto più difficile. Siamo facilitati, tanto, dal territorio. Spesso e volentieri sono gli sponsor – importanti player del mercato – che vengono a cercarci. Tuttavia non si dimentica mai di investire in buona comunicazione. E partiamo sempre da un punto fermo che ci accompagna fin dalla prima edizione (si è appena conclusa la decima, ndr): tutto ciò che viene guadagnato con le iniziative, viene completamente re.-investito per organizzare gli eventi successivi in modo da crescere e migliorarsi sempre. Ne è un esempio la nostra presenza alla maratona di New York, la più importante del mondo. C’eravamo noi, piccoli, insieme a Firenze, Roma e Venezia. Un bel successo che tutto sommato non ha avuto costi colossali ma è servito molto”.
REMARE TUTTI VERSO LA STESSA DIREZIONE e alla base c’è il VOLONTARIATO
In maniera estremamente genuina, come solo i toscani sanno essere, “il merito è proprio della coesione e dello spirito giusto che punta a valorizzare ciò che si ha – commenta Nepi – partendo dal tessuto del volontariato che è fondamentale, fino alla regia del Comune. Si rema tutti verso la stessa direzione”.
IL TERRITORIO E IL VINO
Insomma il Chianti vive una stagione d’oro rispetto a un lievissimo calo dei primi anni Duemila, il Consorzio del Chianti ha investito molto in comunicazione sulla buona qualità dei prodotti e si sta registrando un boom a livello internazionale straordinario: +35% negli ultimi cinque anni. “Più facile viaggiare bene e lontano se la locomotiva è potente, il vino prodotto nel Chianti lo è – dice Nepi – . Poi ci sono le altre iniziative, dall’Eroica al Dit’Unto all’Ecomaratona fino all’apertura gratuita delle dimore storiche, la domenica che stanno registrando grandi numeri. Questa ultima iniziativa è importante perché il pubblico è locale e vuol conocere il proprio territorio”.
LA CONOSCENZA
Il territorio per noi toscani e nati nelle terre di Siena, è fonte di ricchezza pari al petrolio. Questo va capito e quando si capisce, è fatta. Il turismo lo fanno prima di tutto le persone che abitano quel territorio. Lo conoscono, lo apprezzano, poi lo trasmettono. Il successo sta qui. Chi viene a visitare e trascorrere le vacanze nelle nostre terre, lo fa per il modo in cui noi, per primi, viviamo il nostro territorio: “I turisti arrivano e ritornano perché dicono di sentirsi a casa, perché l’accoglienza è grande e di certo aggiunge valore alla bellezza del paesaggio e alla qualità dei prodotti – spiega Nepi – . Tutti, in particolare i turisti delle città del nord Italia e quelli del nord Europa ma anche degli Stati Uniti e i giapponesi, tutti sostengono la stessa cosa: siamo capaci di farli stare bene in una atmosfera accogliente, calca, come a casa. Ma con dettagli che a casa loro proprio non sognano perché non vivono dentro tanta bellezza e cultura”.
LA SEMPLICITA’
“La seplicità premia sempre”, parola di sindaco. E noi lo diciamo da tempo, con estrema convinzione. Un grand eappeal dato dalla semplicità di una passeggiata, di una maratona, di un evento da street food ma organizzati con qualcosa in più: la genuinità della gente del posto e la voglia di accogliere bene, di portare le persone ad amare gesti e luoghi,a voler tornare. Cosa che puntualmente accade e non è né banale, né scontato. Un numero massimo di 5mila presenze per poter offrire servizi di qualità e coccolare il pubblico “se le strutture ricettive avessero avuto il doppio degli spazi, li avrebbero riempiti e invece così alberghi e ristoranti hanno risentito positivamente delle nostre iniziative fino alle Crete e alla città di Siena” commenta Nepi. Un modello dunque esportabile, soprattutto nelle province e nelle città toscane che garantiscono analoga bellezza “ma deve esserci sinergia e non sovrapposizione come spesso accade, perché ogni soggetto vuole prevaricare l’altro dimenticando l’obiettivo comune che porta giovamento a tutti”.
Ultimo ma non per importanza è un dato importante per gli operatori: la destagionalizzazione. Organizzare eventi di questo tipo porta lavoro e indotto fino alla fine di ottobre e novembre, allungando così i tempi buoni per quanti lavorano nel settore”.
Katiuscia Vaselli