“Ho 64 anni e da circa 20 sono presidente di una delle più importanti associazioni di volontariato del territorio: è arrivato il momento di dare spazio agli altri”. Così Claudio Berti – presidente uscente della Pubblica assistenza di Colle Val d’Elsa, fondata nel 1903 ed oggi sostenuta da circa 2500 soci – ha annunciato la decisione di porre fine alla propria esperienza nel mondo del non profit.
Dopo quasi un ventennio la sua presidenza sta per volgere al termine. Che tipo di esperienza è stata?
“Sono diventato presidente della Pubblica Assistenza alla fine degli anni ’90, ancora c’era la lira (ride, ndr). Ritengo che, nel complesso, il bilancio di questi anni sia positivo. Anche dal punto di vista strettamente personale è stata una bellissima esperienza. Indimenticabile. Mi ha permesso di crescere molto nonostante abbia già oltrepassato i sessant’anni: è proprio vero che non si finisce mai di imparare”.
Quanto è stato importante il lavoro dei dei volontari?
“Sono il cuore dell’associazione. La Pubblica Assistenza è cresciuta molto durante questo periodo, grazie all’incessante lavoro di tutti i volontari, il cui numero è via via aumentato. Non posso che guardare con ammirazione a chi ogni giorno, con passione, si mette a disposizione degli altri. Per alcuni dei nostri volontari la nostra sede è una sorta di seconda casa. Alcuni di loro c’erano prima che io fossi eletto presidente e, ora che è arrivato il momento dei saluti, sono ancora qui. Ci tengo a ringraziarli uno ad uno”.
Quali sono le principali attività a cui vi siete dedicati negli ultimi due decenni?
“Operiamo prevalentemente in ambito socio-sanitario. Ci occupiamo del soccorso di emergenza del 118, dell’accompagnamento di pazienti non autosufficienti presso le strutture sanitarie per visite ed esami, di interventi volti alla risoluzione di svariate manifestazioni di disagio sociale. L’associazione vanta inoltre una squadra di Protezione civile e un’unità cinofila per le ricerche dei dispersi. Inoltre, da oltre cinquant’anni, la forte realtà del gruppo dei donatori di sangue convive con la nostra associazione. Periodicamente organizziamo corsi per la formazione di nuovi volontari aperti a tutta la cittadinanza”.
Il volontariato sta attraversando, a livello regionale, un momento di forte crisi, che vede le associazioni sono costrette a ricorrere all’autofinanziamento per garantire l’erogazione dei servizi. Anche in Val d’Elsa la situazione è la stessa?
“Sfortunatamente sì, anche per noi le cose non vanno diversamente. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una drastica riduzione dei contributi, in particolare in seguito alla crisi che ha colpito il Monte dei Paschi di Siena. Basti pensare a quello che è successo con la costruzione della nuova sede di Via Liguria: la Fondazione Monte dei Paschi, che si era impegnata a contribuire economicamente alla realizzazione, è stata costretta, dopo pochi mesi, ad interrompere l’erogazione del finanziamento. Di conseguenza, abbiamo dovuto sottoscrivere un mutuo per portare a termine l’opera, che è stata inaugurata il 7 giugno dello scorso anno. Siamo comunque fortunati perché grazie agli impianti sportivi e all’affitto della vecchia sede riusciamo ad avere risorse sufficienti per pagare le rate del mutuo”.
Chi sarà il suo successore?
“Lo sapremo domenica (17 aprile, ndr), giorno in cui si terranno le elezioni per il rinnovamento delle cariche sociali. Ci sono tredici validi candidati, che ritengo tutti adeguatamente preparati per rappresentare la nostra associazione”.
Progetti per il futuro?
“In questi ultimi anni, assorbiti dall’impegnativo lavoro di ricerca delle fonti di finanziamento, abbiamo dovuto mettere in secondo piano alcuni aspetti, fra cui quello della comunicazione. Sono sicuro che chi mi succederà sarà in grado di dedicare la giusta attenzione all’aspetto comunicativo, per far sì che l’associazione possa ingrandirsi ulteriormente attraverso l’arrivo di nuovi volontari, con l’obiettivo di offrire un servizio ai cittadini sempre migliore”.
Giulio Mecattini