Da Siena la critica all’eliminazione dei buoni lavoro, fondamentali anche contro il capolarato: “Troviamo subito nuovi strumenti”
«Si chiude nel peggiore dei modi il dibattito sui voucher, con la cancellazione perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito migliaia di giovani studenti, pensionati e cassa integrati, impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. La cancellazione totale dei buoni lavoro, oltretutto, va a favorire il sommerso. E i recenti fatti di cronaca – proprio di ieri la maxi operazione anti capolarato nel Chianti senese – ci dicono quanto sia importante invece una lotta a viso aperto contro ogni forma di illegalità». Così Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena, interviene in merito alla cancellazione dei voucher.
«Occorre quindi individuare immediatamente uno strumento ad hoc che sostituisca i voucher e che tenga conto delle specifiche caratteristiche di stagionalità dell’agricoltura come avviene in tutti Paesi dell’Unione Europea» commenta ancora.
L’impegno di Coldiretti per combattere tutte le forme di illegalità è concreto e di alto profilo come dimostrato con l’istituzione dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare con la guida del magistrato Gian Carlo Caselli che proprio in questi giorni ha presentato il 5° Rapporto sulle Agromafie. Coldiretti sostiene con forza tutte quelle iniziative volte a riaffermare in ogni circostanza i principi di legalità e i diritti dei lavoratori ed è per questo che “auspichiamo una veloce applicazione della legge sul contrasto al caporalato promosso dal Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dal Ministro della Giustizia, Andrea Orlando e di recente approvata dalla Camera. Servono pene severe e rigorosi controlli che colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno scelto un percorso di trasparenza”. In questi giorni nei quali è tornato alla ribalta della cronaca il fenomeno del caporalato nelle campagne toscane, senesi, preme sottolineare che “vanno perseguite con decisione e fermezza le forme accertate di sfruttamento dei lavoratori su qualsiasi territorio ed in qualsiasi impresa, agricola e non.
I numeri in Toscana Del totale dei voucher utilizzati in Toscana (nel 2016 sono stati 10.400.000), solo l’1,3% è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso. Siena in testa tra le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore, aree a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%.
I voucher – aveva evidenziato Coldiretti nei giorni scorsi – sono stati introdotti in modo sperimentale per la vendemmia nel 2008 e oggi hanno perso radicalmente la loro connotazione agricola a seguito della progressiva estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi di utilizzo del lavoro accessorio. Del totale venduto – precisa la Coldiretti – il 14,9% è stato impiegato nel turismo, il 14% nel commercio, l’11,4% nei servizi, il 4,2% nel giardinaggio e pulizia, il 4,1% manifestazioni sportive e culturali mentre la maggioranza, cioè il 47,1% in altre attività sulla base dei dati dell’Osservatorio sul lavoro accessorio dell’INPS relativi ai primi sei mesi del 2016.
L’agricoltura è il settore che fa segnare il maggior aumento delle ore lavorate con un incremento record del 3,9% annuale che è più del doppio di quello fatto registrare nei servizi (+1,6%) e il 50% in più di quello dell’industria (+2,6%), sulla base dei dati Istat relativi al mercato del lavoro nel terzo trimestre del 2016 che conferma il trend positivo del settore primario che già nel secondo trimestre aveva fatto segnare un balzo del 5% mentre nel primo era stato addirittura del 5,8% in termini tendenziali. Il che significa che in Toscana è stata raggiunta la soglia dei 57mila operai agricoli. Ciò significa che i voucher non sottraggono lavoro, ma ne fanno emergere altro che diversamente sarebbe rimasto nelle maglie del sommerso.