Claudia Modenese, head food division di VisMederi, ci dice quali controlli fare per tenere come si deve la nostra piscina
Estate, sole e tanta voglia di cercare un po’ di refrigerio in acqua. Se non possiamo andare al mare, cerchiamo la piscina più vicina. La paura, però, è quella di prendersi funghi o altri piccole seccature.
Claudia Modenese, head food division di VisMederi – società di ricerca e servizi qualificati che opera nel campo delle Scienze della Vita e della Sanità Pubblica – spiega quali siano i controlli da fare per tener e l’acqua di una piscina come si deve.
Perché bisogna far analizzare le acque delle piscine?
«Perché, durante la permanenza in vasca, si assorbe una parte dell’acqua presente nella piscina stessa. Quindi, considerando che in un’ora di permanenza in vasca il nostro corpo assorbe circa mezzo litro di acqua, bisogna fare in modo che questa sia controllata. Le analisi delle acque, in sostanza, servono a garantire un adeguato livello di salute pubblica nelle piscine, che sono posti ad alta frequentazione».
Quali sono le contaminazioni dell’acqua più facili da trovare in piscina?
«E’ possibile imbattersi sia in contaminazioni batteriologiche che chimiche. Le prime sono di origine umana e possono arrivare a livelli tali di concentrazione da poter causare delle problematiche, anche gravi. Le contaminazioni chimiche, invece, sono dovute a concentrazioni troppo elevate di sostanze usate per la disinfezione».
Tipo il cloro?
«Esatto, per il cloro c’è un limite che, se viene superato, a certe persone potrebbe causare episodi di reazione allergica o una sensibilizzazione».
Ogni quanto è necessario far analizzare le acque delle piscine?
«I gestori devono registrare alcuni parametri giornalmente, come il cloro, il PH e la temperatura. Settimanalmente od ogni due settimane, devono controllare la torbidità dell’acqua e l’acido isocianurico. Per effettuare analisi complesse,si devono appoggiare a un laboratorio esterno con cadenza più o meno bimestrale. La frequenza delle analisi dipende dalla stagionalità o meno della singola piscina».
Questi controlli hanno valenza per le strutture aperte al pubblico. Valgono anche per un privato?
«Un privato non ha nessun obbligo. E’ a sua discrezione decidere fare certe analisi o farne altre».
Qual sono le malattie “tipiche” da piscina?
«Disturbi di tipo respiratorio, causati dal cloro e malattie alla pelle, causate da batteri o funghi».
I laboratori, quando prendono in carico le analisi dell’acqua di una piscina, cosa fanno?
«Controllano la presenza nel liquido di solidi sospesi volatili totali ed effettuano analisi più accurate su torbidità, PH, cloro e acido isocianurico. Inoltre, fanno esami microbiologici».
Quanto ci vuole ad avere i risultati delle analisi?
«Una decina di giorni».
Nel caso il laboratorio rilevi un dato anomalo, come si comporta?
Appena rileviamo un dato non conforme, anche prima della fine di tutte le analisi, lo comunichiamo al cliente. Sarà lui poi a decidere se fare interventi correttivi oppure no».
Emilio Mariotti