Lo scorso 25 maggio, al Congresso della Federazione Europea di Sessuologia, ho avuto il piacere di intervenire per presentare come la Terapia Breve Strategica, sviluppata dal mio maestro Giorgio Nardone, con il quale ho l’onore di collaborare, affronta e tratta il fenomeno del cybersex. E’ stata un’importante occasione per descrivere un approccio efficiente e efficace a una problematica sempre più rilevante nella nostra società pervasa dal digitale. Con il termine cybersex, secondo una recente definizione, facciamo riferimento ad attività online nella quali Internet viene utilizzato per raggiungere gratificazione sessuale attraverso esperienze erotiche ed interattive, via chat, oppure tramite la realtà virtuale alterata, con altre persone reali ma nel virtuale.
Alcune considerazioni sul cybersex:
– Isolamento sociale: molti ragazzi trascorrono molto tempo nelle loro stanze, interagendo con gli altri principalmente attraverso schermi. Questo isolamento può influenzare negativamente le loro abilità relazionali e la capacità di comunicare in modo efficace di persona.
– Impatto sulla salute mentale: l’uso eccessivo di dispositivi digitali e il coinvolgimento in attività online, come il cybersex, possono avere un impatto sulla salute mentale. L’ansia, la depressione e la solitudine possono aumentare quando le relazioni virtuali sostituiscono quelle reali.
– Privacy e sicurezza: il cybersex può essere rischioso in termini di privacy e sicurezza. I ragazzi potrebbero condividere informazioni personali o immagini intime con estranei online, senza rendersi conto dei potenziali rischi.
– Dipendenza: il cybersex può portare a una dipendenza. Come qualsiasi altra forma di dipendenza, può avere conseguenze negative sulla vita quotidiana, sulle relazioni e sulla salute.
In molti, nel momento in cui si rendono conto che a causa di questo problema tendono a trascurare doveri e altre forme di piacere sia personale che professionale, richiedono un aiuto specialistico. Come altri problemi legati a internet, il cybersex conduce infatti il soggetto a sostituire il piacere reale con quello virtuale, portando a enormi sacrifici personali.
Presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, fondato e diretto da Giorgio Nardone, sono stati sviluppati protocolli di trattamento, in base ai quali, dopo un’attenta definizione del problema specie specifico, si identificano le tentate soluzioni fallimentari messe in atto fino a qual momento dal soggetto per risolvere il problema e si definiscono i concreti obiettivi da raggiungere attraverso prescrizioni mirate a sbloccare il problema. Questo modello di psicoterapia, anziché tentare di proibire il comportamento disfunzionale, mira a trasformare il piacere malsano in un dovere. La logica sottostante è “se lo permetto, posso rinunciarvi; se non lo permetto, diventerà indispensabile.”
Tramite l’applicazione del protocollo di terapia strategica si osservano progressi significativi in tempi brevi e spesso la riduzione delle attività sessuali online conduce ad un miglioramento dell’umore e del funzionamento globale della persona, aiutando individui che sono caduti nella “rete” del cybersex a riprendere il controllo della propria vita e a costruire relazioni più sane.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Dottore di Ricerca in Psicologia, Sessuologo, PsicoOncologo e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
Professore a contratto Università degli Studi eCampus
www.jacopogrisolaghi.com
IG @dr.jacopo.grisolaghi