“Avevamo cercato di porre dei correttivi alla filiera del funzionamento delle commissioni. Il giornalista che si presenta nelle sedute informa la segreteria del consiglio, che successivamente lo comunica al presidente dell’organismo. Voglio però chiarire che se un giornalista non fa questo passaggio e si presenta comunque all’audizione, come ogni cittadino, va bene lo stesso. Non viene mandato via e può svolgere la sua professione”.
Il presidente del consiglio comunale Davide Ciacci prova a fare chiarezza sulla parte finale della bozza di un documento interno, che è stato inviato ai capigruppo delle forze presenti nell’assise e che dovrebbe regolare il lavoro delle commissioni.
Tali “sono di regola pubbliche”, si legge nell’atto che richiama l’articolo 16 del regolamento dello stesso consiglio. Ma, si legge ancora, “le presenze, tra il pubblico, di professionisti (ad es. giornalisti, ecc….) tese ad esercitare le proprie attività professionali devono essere preventivamente autorizzate dal presidente della commissione consiliare, tramite richiesta alla segreteria del consiglio, in modo da avere la consapevolezza dei contenuti di diffusione successiva”.
Il passaggio, c’era d’aspettarselo, scatena la polemica e fa porre dei punti interrogativi sulla trasparenza, sulla libertà d’informazione e sulla gestione di quest’ultima da parte del Comune. Sembra infatti che per esercitare il diritto di cronaca si debba ottenere l’autorizzazione di un terzo. Oltre a tutto quel “in modo da avere la consapevolezza dei contenuti di diffusione successiva” suona come se il vertice di questi organismi decida, con chi viene audito, quali temi affrontare davanti alla stampa e quali invece evitare.
La stesura dell’atto, che è bene chiarire è una sorta di ‘inedito’ per Siena, per cui non ci sono articoli di regolamenti e statuti con cui fare dei confronti, nasce da una riunione che Ciacci stesso ha tenuto con i presidenti delle commissioni, su loro richiesta.
La seconda carica del Comune parla però di “semplici buone pratiche da adottare” e di una “forma di rispetto per i presidenti della commissione”. E prosegue: “Ad ora si tratta solo di una proposta che è stata inviata ai capigruppo. Proposta che può essere benissimo stravolta o annullata e che comunque, per avere una valenza, deve ottenere le firme di tutti i consiglieri comunali”.
Se fosse quindi così appare difficile che la misura diventi operativa, visto che già ieri, su un altro argomento, un consigliere come Gabriella Piccinni aveva richiamato all’ “assoluta trasparenza” sulle questione dell’informazione. Del documento tra l’altro se ne riparlerà nuovamente in conferenza dei capigruppo, convocata per il prossimo mercoledì 15 gennaio alle 11.
MC
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