Clint Eastwood, Al Pacino, Toni Servillo: tutti questi grandi personaggi del cinema mondiale, oltre che ricordarli per i capolavori immortali della settima arte, si distinguono anche per la loro passione incontrastata per il sigaro e la Toscana, da sempre, è una regina suprema della produzione di questi meravigliosi oggetti. Proprio in questa terra e più precisamente tra le province di Siena e di Arezzo, fino alla Valtiberina, culla dell’arte di Piero Della Francesca, nasce la Compagnia Toscana Sigari, che da anni produce toscani di qualità a filiera corta nel rispetto di una tradizione secolare.
“La nostra storia comincia nel 1996 – commenta Gabriele Zippilli, presidente della Compagnia Toscana Sigari -. Quell’anno l’agenzia del Monopolio di Stato di Sansepolcro chiese una consulenza allo studio di cui facevo parte per la produzione ecosostenibile del Kentucky in Valtiberina, nel comune di Anghiari. Da giovane appassionato di sigari, m’innamorai del territorio e del tabacco Kentucky valtiberino: cominciai allora a coltivare l’idea di chiudere la filiera sul territorio, realizzando prodotti di elevata qualità, utilizzando solo le migliori materie prime e rispettando tutti i dettami della tradizione. Nel 2015 quel sogno si è trasformato in realtà. Per la produzione di tutti i nostri sigari non utilizziamo additivi perché sarebbe contrario alla nostra filosofia. Abbiamo assunto un approccio nuovo sin dalla fase agricola per realizzare sigari che fossero davvero figli del territorio e dietro c’è una lavorazione molto lunga e complessa, che richiede anni”.
Grande spazio anche alle donne, se non dominante. Fin dai primi anni della produzione dei sigari, infatti, il ruolo della donna è stato fondamentale ed anche oggi la sua posizione non è cambiata, anzi è stata nobilitata.
“La presenza e il potere della donna nella nostra compagnia è ovunque – spiega Zippilli -. Il mondo del tabacco, in realtà è legato all’emancipazione femminile fin dall’inizio. Le tabacchine di una volta, infatti, lavoravano per portare i soldi a casa e per mandare avanti la famiglia. Si tratta, appunto, di uno dei primi esempi di emancipazione”.
Simbolo per eccellenza dell’eleganza classica, il sigaro ancora oggi si conferma un’istituzione e continua ad affascinare.
“La nobiltà del sigaro è data già dalla sua lunga lavorazione – conclude Zippilli -. Poi è un simbolo di convivialità, un po’ come il vino. Rappresenta un momento di condivisione e socializzazione, per questo ancora oggi è amato e affascina una gran parte di persone”.
Pietro Federici