Riconsegnate oggi le chiavi del Palazzo delle Papesse a Banca d’Italia: Dalì Universe si proietta con nuovi progetti verso altre importanti città del mondo e lascia Siena.
Dalì a Siena – da Galileo Galilei al Surrealismo a cura di Beniamino Levi era stata inaugurata il 19 settembre 2020 e avrebbe dovuto rimanere aperta al pubblico fino al 30 settembre 2021, prorogata poi al 30 aprile 2023 quando ha chiuso definitivamente i battenti: “Abbiamo altri progetti pronti per altre città del mondo, ad oggi Siena è un capitolo chiuso ma rimane una piazza importante, in futuro potremmo valutare altre iniziative” è il commento di Ferruccio Carminati, direttore esecutivo del gruppo.
Ma allora cosa è successo davvero? Perché si è parlato tanto di acquisizione e di cifre, perché anche in campagna elettorale l’operazione relativa al palazzo delle Papesse è stata tirata in ballo anche con una conferenza stampa specifica in via di Città, davanti appunto a palazzo Piccolomini (delle Papesse)?
“E’ stato tutto inventato – ribadisce Carminati – cifre, acquisizioni, licenziamenti: avevamo fatto contratti fino al 30 aprile, questo era chiaro fin da subito e anzi, abbiamo prorogato di quasi due anni il contratto a tutti. La verità è che con Banca d’Italia avevamo un contratto di locazione, prima fino al 30 settembre poi con proroga fino al 30 aprile. Di qui, un mese per smantellare tutto e oggi abbiamo riconsegnato le chiavi. Se qualcuno ha fatto campagna elettorale sulla questione Dalì e Papesse lo ha fatto sulle spalle degli altri, ribadisco con fermezza che il Comune non ha mai fatto da facilitatore nell’operazione, non ci è mai entrato nulla e che dall’amministrazione non abbiamo mai avuto alcun contributo o appoggio. Quindi non dobbiamo dire grazie a nessuno, tantomeno al Comune, per la mostra a Siena”.
Quindi l’asta di Bankitalia? Niente di fatto: “abbiamo presentato un progetto che Banca d’Italia ha appoggiato e gradito, tanto che ci ha fornito anche il patrocinio. Un contratto di locazione che poi è stato prorogato. Del resto, non esiste nulla. Il bando è arrivato due anni dopo la nostra presentazione del progetto”.
Eppure il palazzo Piccolomini all’incanto sarebbe andato, almeno due sarebbero state le offerte presentate senza base d’asta ma sembra che il valore dell’immobile potesse aggirarsi intorno ai 4 milioni di euro. Cosa sia successo dopo, a questo punto, rimane un’incognita.
Katiuscia Vaselli