Da Siena a Faenza per aiutare le famiglie colpite dall’alluvione. Quando il Palio unisce le persone

Sono partiti stamani presto da Siena, destinazione Faenza: il barberesco dell’Oca Bruno Giubbilei e suo figlio Tommaso, anche lui ocaiolo, sono andati a dare una mano alla famiglia Renzi, legata a Siena dalla passione per il Palio e oggi impegnata a rimboccarsi le maniche per ricostruire una vita cancellata dalla furia dell’acqua. Destino comune a migliaia di persone in Emilia Romagna: in un attimo l’acqua e il fango si sono mangiati la casa e la bottega di Vincenzo Renzi, elettricista, così come hanno cancellato il profilo della maggior parte dei luoghi e del paesaggio che conosciamo.

Ma la storia che raccontiamo oggi è quella dell’amicizia che diventa famiglia: tutto è nato anni fa, quando la famiglia Renzi (Vincenzo e Laura con i figli allora piccolissimi  – Gianmaria, Maria Sole e Antonio) arrivò a Siena per una giro turistico e per godersi il Palio. Qui conobbero la Contrada e qui ogni anno tornano, appena possono e non soltanto per il Palio, perché alla Contrada (della Tartuca) si sono fortemente  legati.

Sempre in contesto senese la famiglia faentina ha conosciuto i Giubbilei e ha ospitato Tommaso trattandolo come un figlio quando lui ha trascorso un anno a Faenza per lavoro. Oggi, quel legame torna e con le lacrime agli occhi si ha la testimonianza della tragedia che la popolazione romagnola sta vivendo: tutto cancellato, tutto distrutto.

“Impossibile trattenere il pianto di fronte a tutto questo” commenta Bruno Giubbilei e poi ci mandano una foto scattata insieme ad Antonio, il piccolo di famiglia Renzi. Come loro, tantissimi sono gli italiani che sono corsi come possibile a dare una mano per liberare dal fango e dall’acqua ciò che resta di negozi e case. Nella maggior parte dei casi, niente.

Qualcuno rammenta gli “angeli del fango” dell’alluvione a Firenze nel 1966 perché ci dicono che siano tanti i giovani arrivati ad aiutare gli abitanti delle zone sommerse da acqua e fango.

 

Katiuscia Vaselli