Si riparte con le lezioni in presenza dal 7 gennaio sia nelle scuole che nell’ateneo cittadino. E’ questa la decisione presa a Roma dall’esecutivo nazionale, e che quindi troverà realizzazione concreta nelle vite e nella quotidianità degli italiani.
In questo modo si è espresso il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno: “Auspico – ha detto il presidente del Consiglio – che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%. Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo interessato i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici”.
E così le scuole ripartiranno con almeno il 50% degli studenti in presenza. E con orari scaglionati, dalle 8 alle 14 e dalle 10 alle 16, e lezioni da 45 minuti ciascuna. Il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina ha espresso “grande soddisfazione per il risultato raggiunto”. Ha aggiunto: “In pochi giorni i tavoli guidati dai prefetti hanno permesso di elaborare misure specifiche, territorio per territorio, e subito operative. Un lavoro di squadra di cui andare fieri. Nell’unico interesse di studentesse e studenti”.
A Siena un sostenitore della didattica a distanza, o comunque dei vantaggi che la dad può dare in una situazione non semplice come quella che stiamo vivendo quasi da un anno, è l’assessore comunale all’istruzione Paolo Benini. Che negli ultimi giorni è tornato a parlare della questione, affermando: “La mia personale opinione è che le scuole superiori non dovrebbero riaprire in presenza oppure che dovrebbero farlo con una didattica alternata. L’ho detto più volte, la teledidattica c’è e non va demonizzata. Non mi piace invece l’idea di alternare gli studenti in classe al mattino e al pomeriggio. La scuola c’è la mattina, il pomeriggio i ragazzi hanno tanti altri hobby da seguire e che sono importanti per la loro crescita e formazione. In generale credo che molto spesso i giovani abbiano meno problemi di quanto noi pensiamo o crediamo. Ricordo anche che per il servizio di trasporto pubblico Tiemme ha sempre offerto un’ottima collaborazione, andando ad incrementare numero di corse e di mezzi a disposizione”.
Tiemme, infatti, ha garantito 40 mezzi in più proprio a partire dal 7 gennaio per impedire che sugli autobus possano formarsi assembramenti. In una nota dell’azienda del servizio di trasporto pubblico si legge che “il potenziamento dei mezzi consentirà di attivare corse bis sulle linee extraurbane e urbane a maggiore frequentazione degli studenti e rispettare la soglia massima del 50% di capienza a bordo attualmente in vigore – prosegue il testo”. Il numero dei bus è stato definito complessivamente attraverso il lavoro svolto nei vari tavoli di concertazione territoriali, coordinati dai rispettivi prefetti e a cui, oltre che da rappresentanti dell’azienda, sono intervenuti sia rappresentanti del mondo della scuola che degli enti di riferimento del territorio come Regione Toscana, province e amministrazioni comunali”.
“Abbiamo svolto un proficuo lavoro di squadra – commenta il presidente di Tiemme, Massimiliano Dindalini – e come azienda ci riteniamo soddisfatti della concertazione che è stata condivisa da tutte le parti coinvolte, accumunate dall’intento prioritario di garantire il ritorno in classe in sicurezza dei ragazzi a partire dal 7 gennaio”.
E’ contento di poter ricominciare con le lezioni in presenza il rettore dell’università degli studi di Siena, Francesco Frati. Queste le sue parole al riguardo: “Noi siamo sempre stati molto responsabili negli scorsi mesi e continuiamo ad essere convinti che l’università sia un’esperienza che va vissuta in presenza. Torneranno le lezioni in presenza dal 7 gennaio? Noi siamo pronti per farlo e per accogliere tutti i nostri studenti nelle nostre aule, anche grazie alla disponibilità dei vari enti cittadini che ci hanno dato una mano. L’esperienza universitaria va vissuta sia con uno scambio diretto tra professori e studenti sia con un’interazione che deve esserci tra gli studenti stessi. Dovremo capire quale sarà l’evoluzione del quadro epidemiologico nazionale, regionale e locale perché dipendiamo da quello. Il nostro obiettivo è popolare le nostre aule e le nostre biblioteche con i nostri studenti”.