Con il voto di 12.065 senesi Luigi De Mossi è il nuovo sindaco della città.
Proprio una settimana fa, avevo scritto che quota 12 mila voti era probabilmente troppo alta per lui, ed i fatti mi hanno puntualmente smentito. Rimango invece convinto – ma anche qui, evidentemente, sbagliando – che De Mossi abbia fatto tutti gli errori possibili in campagna elettorale. Ma nonostante questo, e la sua evidente fortuna – necessaria anche quella quando si vince per meno di 400 voti – abbia saputo evidentemente dare carne e sangue ad una vittoria inedita, sconfiggendo quella che sembrava la corazzata del groviglio aggrovigliato, composta dal Pd, dal sindaco uscente Bruno Valentini e dall’ex sindaco Pierluigi Piccini. Sembravano tre forze, si sono rivelate tre debolezze.
Non mi ero invece sbilanciato nel fare la somma algebrica dei voti ottenuti al primo turno dai singoli candidati sindaco e delle liste che si erano apparentate o alleate, perché so quanto i ballottaggi siano diversi dal primo turno e dunque non si possa né replicare, né sovrapporre il risultato di 14 giorni prima.
Siccome sono appassionato di rugby, voglio però salutare con un applauso chi ha perso: Bruno Valentini. Un sindaco in carica che all’interno del Pd nessuno voleva riconfermare, ma che nessuno ha trovato il coraggio di sfidare alle primarie e che ha dovuto affrontare in quasi completa solitudine la campagna elettorale, arrivando davvero ad un soffio dalla vittoria. Proprio lui che Sergio Profeti ribattezzò Don Brunetto 930, dal numero di voti con cui aveva battuto Eugenio Neri nel 2013, adesso si trova spazzato via da Palazzo Pubblico per 378 voti. Si discuterà per mesi se l’apparentamento con Pierluigi Piccini sarà stata la causa della sconfitta. Di sicuro ha motivato ancora di più le forze del centrodestra e civiche, che hanno visto davanti a loro la possibilità di mandare a casa tutto il “partitone”.
E adesso tocca finalmente al centrodestra e a De Mossi. Rischio di sbagliare ancora, ma mi sbilancio: credo che non possa permettersi, riprendendo le parole di Profeti, di essere “Don Luigino 378”, perché non potrà sciupare questa occasione storica per dimostrare che esiste un altro modo per governare Siena.
Le aspettative nei suoi confronti sono altissime ed i problemi arriveranno presto. Ma adesso lasciamogli godere i 100 giorni di luna di miele con i cittadini, che gli americani amano dare a chi vince le elezioni.
Salvo poi non fare sconti di nessun genere.
Roberto Guiggiani